Nel 2021 in Italia sono stati registrati 46.800 decessi causati dalle PM2,5 cioè il particolato fine; le vittime per l’esposizione all’ozono sono state 5100, quelle per l’esposizione al biossido di azoto 11.300. E’ quanto emerge da un rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (Aea) pubblicato oggi.
Per quanto riguarda le morti causate dalle polveri sottili, il nostro Paese è secondo in Europa, preceduto dalla Germania e seguito dalla Polonia. Le concentrazioni più elevate di PM2,5 sono state osservate Paesi dell’Europa sud-orientale. Gli impatti relativi sulla salute più bassi dovuti all’esposizione al PM2,5 si sono verificati nei Paesi situati nel nord e nel nord-ovest dell’Europa, tra cui Islanda, Finlandia, Svezia, Norvegia ed Estonia.
Per l’NO2, cioè il biossido di azoto, i numeri assoluti più alti di decessi attribuibili nel 2021 si sono verificati in Turchia, Italia e Germania (in ordine decrescente). Gli impatti relativi sulla salute più bassi dovuti all’esposizione a NO2 si sono verificati in Islanda, Svezia, Finlandia, Estonia e Danimarca.
L’Italia guida, invece, la classifica delle morti causate dall’esposizione a breve termine all’ozono, seguita da Germania e Turchia. Anche in questo caso i Paesi con gli impatti relativi più bassi sono stati Norvegia, Islanda, Irlanda, Finlandia e Svezia.