“Questo testo non ha alcuna possibilità di essere approvato”. Così Kaisa Kosonen, capo delegazione di Greenpeace alla Cop28, sulla bozza fatta circolare da Sultan Al Jaber. Come dice a Repubblica, “è il testo nel complesso che non va. Contiene elementi positivi, che però sono diluiti e resi inefficaci. È come se si dicesse ai Paesi: potreste ridurre produzione e consumo di petrolio, ma se volete potete anche non farlo. Non si affronta così una crisi come quella climatica”. Kosonen sottolinea: “La pressione per un accordo sull’uscita dai fossili non è mai stata così forte, ma chi si oppone ha mobilitato le sue truppe”. E ancora: “I buoni sono gli europei, gli africani, i caraibici, i Paesi latinoamericani, che insieme formano una coalizione che chiede l’uscita dai fossili. Questo processo ha una storia lunga oltre trent’anni, in cui l’Arabia Saudita ha cercato di bloccare tutto. Ora ci prova suggerendo la cattura del carbonio. Non è dunque una sorpresa che lo stia facendo anche qui a Dubai, schierando le sue truppe. Ma la storia dimostra che gli ostacoli si possono superare se molte nazioni di uniscono”. Conclude Kosonen: “Ci sono moltissime persone, Paesi e imprese che già ora stanno perdendo la loro ricchezza a causa dei cambiamenti climatici. Chi non ha più nulla, né lavoro, né casa, non può che partire per cercarli altrove, migrando. E noi in Europa lo sappiamo bene. L’altro tema è che la rivoluzione fotovoltaica ed eolica sta accelerando: ovunque nel mondo stanno diventando il modo più economico per produrre energia”.