“Fino al 2035, quando in teoria è previsto l’abbandono dei motori termici in Europa, vedo per le imprese un percorso ad ostacoli. I costruttori, di fatto, stanno portando in avanti la vita delle piattaforme esistenti, fenomeno che in passato avrebbe fatto la gioia dei fornitori mentre ora si traduce in una ulteriore compressione dei margini, già limitati. Perché su produzioni note è molto difficile far passare degli aumenti. L’altro fenomeno visibile è il tentativo di scaricare a valle l’onere degli investimenti, chiedendo ai fornitori di fare sviluppo. Ma su quali volumi, in realtà, non è dato sapere. E allora in queste condizioni nessuno ci casca. Nello stabilire le regole green sarebbe bene che la Ue guardasse anche alla realtà delle imprese, per tutelarne la competitività. Altrimenti poi non ci si può lamentare se si viene invasi dalle auto cinesi”. Lo dice al Sole24Ore Federico Visentin, presidente di Federmeccanica.