Ue al lavoro per la rivoluzione del caffè: le cialde saranno considerate imballaggi

I contenitori diventeranno oggetto delle nuove normative che intende disciplinare l’utilizzo dell’esausto

Gustoso, cremoso, con odori e sapori diversi. Sempre lui, ma comunque diverso. In altre parole, c’è caffè e caffè. Quello che l’Ue preferisce è quello sostenibile, e la Commissione europea lavora alla rivoluzione del ‘coffe break’ in capsula. Con la proposta di modifica della direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio e il suo passaggio in regolamento, i contenitori di caffè per macchinette diverse dalla classica moka diventeranno oggetto delle nuove normative che intende disciplinare l’utilizzo dell’esausto.

Ad oggi le capsule non sono considerate imballaggi, cosa che invece fa la proposta di regolamento. Questo cambio di paradigma, spiega il commissario per l’Ambiente, Virginius Sinkevicius, “consentirà ai produttori di prendere decisioni di investimento che consentano una migliore selezione e successivo riciclo”. Perché, spiega il commissario nella risposta offerta all’interrogazione parlamentare in materia, il contenitore del caffè è in realtà una piccola miniera di sostanze utili all’ambiente e non solo.

La Commissione europea si è resa conto che i fondi di caffè contengono “preziosi nutrienti vegetali come potassio, fosforo e azoto che possono essere utilizzati per arricchire il terreno invece di essere inceneriti”. Sono dunque una risorsa per il suolo, anche in chiave agricola . Ancora, ci sono nei piccoli imballaggi a forma tonda “altre preziose materie prime secondarie di cui sono costituite le capsule, come l’alluminio”, che può tornare utile per il processo industriale e produttivo. Ecco perché “compostare sia la capsula che il materiale in essa contenuto rappresenterebbe l’opzione più vantaggiosa per l’ambiente”. Ed ecco perché, sottolinea ancora Sinkevicius, la proposta di regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, prevede “il requisito” che le capsule di caffè siano compostabili. Fermo restando il principio per cui “gli imballaggi dovrebbero essere compostabili quando ciò possa facilitare la raccolta differenziata dei rifiuti organici”, come recita la proposta di regolamento presentata alle parti interessate, a cui si fa notare che cialde o capsule con alluminio non è più sostenibile. Perché, riconosce il commissario all’Ambiente, l’allumino “non è facilmente” recuperabile. Nel caso delle capsule perché trattasi di oggetti densi e piccoli che non vengono ben catturati dalle raccolte ottiche di rifiuti, e comunque la plastica rigida non è accettata in molti impianti europei di compostaggio. Ecco perché “per il caffè è necessario più materiale di imballaggio diverso dall’alluminio”.

Niente paura. La rivoluzione del caffè a casa o in ufficio non avrà ripercussioni economiche. Non si tratta di obbligare nessuno a cambiare apparecchio, tiene a precisare il commissario Ue. “Le capsule di caffè compostabili sono già disponibili in commercio, pertanto, una volta entrato in vigore il requisito non sarà necessaria alcuna sostituzione delle macchine esistenti”.