Sulle tavole europee la ‘direttiva colazione’ per etichette più trasparenti

I co-legislatori del Parlamento e del Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo: il capitolo più sostanzioso riguarda il miele, ma ci sono anche i succhi di frutta e lo zucchero.

Una direttiva per mettere ordine sulle tavole europee, a partire dal momento della colazione. I co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla cosiddetta ‘direttiva colazione’, il cui obiettivo principale è rendere più chiari e trasparenti i requisiti di informazione per i consumatori su quattro categorie di prodotti alimentari: miele, marmellate, succhi di frutta e latte disidratato.

La revisione aggiorna la direttiva del 2001 sul commercio delle quattro categorie di prodotti alimentari e – una volta adottata in modo formale la nuova ‘direttiva colazione’ – saranno aggiornate le norme relative alla loro composizione, etichettatura e denominazione, in modo da favorire il passaggio a diete più sane e a garantire la trasparenza sull’origine dei prodotti. L’accordo dovrà essere adottato da entrambi i co-legislatori, dopo che nelle prossime settimane continueranno a lavorare a livello tecnico per definire i dettagli della legislazione rivista. La nuova direttiva sarà poi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed entrerà in vigore 20 giorni dopo, con le nuove norme applicate dai Paesi membri entro due anni.

Il capitolo più sostanzioso della ‘direttiva colazione’ è quello che riguarda il miele, in particolare sull’etichettatura del Paese d’origine e il sistema di tracciabilità. “Gran parte del miele importato da Paesi extra-Ue è sospettato di essere adulterato con zucchero e rimane inosservato sul mercato dell’Ue”, è l’avvertimento dei co-legislatori al momento dell’aggiornamento delle norme. I Paesi di origine saranno indicati sull’etichetta in ordine decrescente in base al peso (non più solo se il miele proviene o meno dall’Ue) e l’etichetta includerà anche la percentuale che ciascun Paese rappresenta nella miscela. I Ventisette possono decidere che l’obbligo si applichi solo alle quattro quote maggiori (purché rappresentino più del 50 percento del peso totale), mentre nel caso di confezioni di peso inferiore a 30 grammi i nomi possono essere sostituiti da un codice Iso di due lettere. Per limitare ulteriormente le frodi, la Commissione Ue proporrà un codice identificativo unico per poter risalire agli apicoltori e una piattaforma di esperti sosterrà la racconta dati per individuare le alterazioni e fornire raccomandazioni su un sistema di tracciabilità per produttori e importatori.

Sui succhi di frutta il testo prevede l’aggiunta di tre nuove categorie per riflettere la crescente domanda di prodotti a ridotto contenuto di zucchero: ‘succo di frutta concentrato a ridotto contenuto di zucchero’, ‘succo di frutta a ridotto contenuto di zucchero da concentrato’ e ‘succo di frutta a ridotto contenuto di zucchero’ se è stato eliminato almeno il 30 per cento degli zuccheri presenti in natura. Gli operatori del settore potranno scegliere l’etichetta ‘i succhi di frutta contengono solo zuccheri naturali’, ma anche utilizzare edulcoranti per compensare l’effetto della riduzione dello zucchero sul gusto, la consistenza e la qualità del prodotto finale. Per le confetture di frutta è stato concordato un aumento del contenuto minimo di frutta nelle confetture (100 grammi in più per chilogrammo) e nelle confetture extra (50 grammi in più per chilogrammo), garantendo la distinzione “significativa” tra le due categorie (450 grammi come regola generale per le confetture, 500 grammi per le confetture extra). Infine, nel caso del latte disidratato sarà consentito l’uso di trattamenti che producono prodotti di latte disidratato senza lattosio.