Dopo un esposto presentato da Angelo Bonelli, Elly Schlein e Nicola Fratoianni lo scorso 1 febbraio, la procura di Roma apre un fascicolo sul Ponte sullo Stretto di Messina. I parlamentari chiedono di indagare sull’iter che ha portato a rimettere in piedi la società Stretto di Messina e a far rivivere i contratti della vecchia gara fatta nel 2008 dal governo Berlusconi e vinta dal gruppo Eurolink.
Nell’esposto, si parla di incontri precedenti al decreto Ponte approvato in Consiglio dei ministri: tra Salvini, Lunardi (autore della gara vinta da Eurolink) e Pietro Salini (a capo della cordata), per discutere il decreto; tra Lunardi e Prestininzi (responsabile del comitato scientifico del Ponte sullo Stretto).
“Finché mi fate fare il ministro vado in ufficio per fare le opere pubbliche che servono al Paese. Non saranno la sinistra, qualche giudice o qualche giornalista di sinistra a fermarmi o mettermi paura“, tuona il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, dalla chiusura della campagna elettorale in Sardegna. Il Ponte sullo Stretto, insiste poi in tv, “è un diritto di milioni di italiani a viaggiare più velocemente e inquinare di meno“. E, secondo le stime della società, scandisce, “creerà 120mila posti di lavoro in tutta Italia, compreso l’indotto”.
“Il Pd e la sinistra sono contro le opere pubbliche, il lavoro e lo sviluppo del Paese“, gli fanno eco fonti della Lega. “Si dimostrano nemici dell’Italia“, chiosano e promettono che non si faranno “fermare” dalle “loro minacce“: “Continuiamo a lavorare per sbloccare e completare tutte le opere ferme da troppo tempo“.
Il Ponte non è un diritto, ma solo una “esigenza politica” del vicepremier, per Bonelli. L’esponente di Alleanza Verdi Sinistra è convinto che l’opera sottragga agli italiani 12 miliardi di euro, che potrebbero servire, sottolinea, “per finanziare le vere infrastrutture socialmente utili“, per di più riattivando una gara, ricorda, “vecchia di 12 anni con un progetto che non aveva il via libera per la valutazione di impatto ambientale, cosa che non sarebbe stata consentita a nessun imprenditore italiano“.
I documenti per verificare e analizzare la relazione sul progetto Ponte e l’atto negoziale tra società Stretto di Messina e consorzio Eurolink sono stati negati ai parlamentari che ne hanno fatto richiesta: “Come può un ministro essere credibile quando dichiara che il Ponte creerà 140 mila posti di lavoro, per cambiare poi i numeri settimane dopo e sostenere che saranno 40 mila, mentre la società Stretto di Messina parla di soli 4.300 posti?“, chiede l’ambientalista.
Fratoianni registra “troppo nervosismo” nella reazione di Salvini all’apertura dell’inchiesta. “Abbiamo chiesto una cosa semplice e sacrosanta“, si difende, chiedendo piena trasparenza su una “grande, gigantesca opera“. Il segretario nazionale di Sinistra Italiana la ritiene “perfettamente inutile, un enorme spreco di risorse pubbliche“, ma, ribadisce, “pretendiamo che chi la vuole fare garantisca la piena trasparenza delle procedure“.