Abruzzo al voto, sfida a due tra Marsilio e D’Amico: le proposte ‘green’

Domenica 10 marzo si elegge il governatore e il Consiglio regionale. Entrambi puntano su infrastrutture e innovazione, sfida su gestione energia e parchi.

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Abruzzo al voto domenica 10 marzo, per eleggere il nuovo governatore e per il rinnovo del Consiglio regionale. Le urne restano aperte dalle 7 alle 23. La sfida è a due: Marco Marsilio, sostenuto dal centrodestra, e Luciano D’Amico, appoggiato dal centrosinistra, dal Movimento 5 stelle e dall’ex Terzo polo di Azione e Italia viva. Non è consentito il voto disgiunto, nella scheda si possono scrivere fino a due preferenze per i consiglieri purché alternati, un uomo e una donna, e legati alla lista prescelta. Ai seggi bisogna presentarsi con la scheda elettorale e un documento d’identità valido.

MARCO MARSILIO – Nato a Roma nel 1968 è l’attuale governatore uscente della Regione Abruzzo. Laureato in Filosofia alla Sapienza, è stato consigliere del Municipio I di Roma, per poi fare il consigliere comunale. Fino al 2000 è stato vicepresidente di Azione giovani, il movimento giovanile di Alleanza Nazionale. Nel 2012 aderisce al neonato Fratelli d’Italia, e dal 2014 è stato coordinatore regionale del Lazio per il partito. Nel 2018 è stato eletto senatore per FdI (sempre nel Lazio), e l’anno dopo ha vinto le regionali in Abruzzo. E’ sostenuto da FdI e dalle liste di Lega, Forza Italia, Udc, Noi Moderati e Marsilio Presidente. Si ricandida per un secondo mandato e tra i punti chiave del suo programma ci sono il miglioramento delle infrastrutture tra le quali le autostrade e le ferrovie; l’insediamento di nuove aziende per lanciare la ripresa del mercato del lavoro; la realizzazione di un’innovazione sostenibile che “strutturi le connessioni tra i cinque Domini tecnologici esistenti in Abruzzo, (Automotive/ meccatronica, Agrifood, Scienze della vita, ICT/Aerospazio, Moda/Design)”. Nel dettaglio, i punti ‘green’ del suo programma elettorale prevedono: il potenziamento delle infrastrutture a partire dalla linea ferroviaria Pescara-Roma di cui sono partiti i primi due lotti, considerata “una delle opere più importanti per collegare l’Abruzzo alla Capitale, l’Adriatico al Tirreno, per un importo di 720 milioni, prevedendo l’interramento del primo tratto a San Giovanni Teatino”. Inoltre, “lo scorso 5 febbraio abbiamo posato la prima pietra dei lavori di allungamento della pista dell’aeroporto internazionale “Pasquale Liberi”, infrastruttura fondamentale per i voli intercontinentali”.
Inoltre, la Zona Economica Speciale “ha collocato l’appetibilità dell’Abruzzo in un contesto più ampio delle attuali dimensioni regionali, perché le agevolazioni fiscali della misura (certamente utili ma non il solo elemento per attrarre investitori, si veda ad esempio la scelta di Amazon di insediarsi a San Salvo agevolata dalla Regione attraverso l’ARAP), sono state accompagnate dai nostri investimenti sulle infrastrutture portuali, aeroportuali e digitali, e dalla collocazione dell’Abruzzo nella Rete di Trasporto Trans-Europea”.
C’è poi, il futuro dell’acquifero del Gran Sasso, la ricostruzione post-sisma, il contrasto all’erosione della costa dagli effetti dei cambiamenti climatici e dagli inquinamenti e la nuova legge urbanistica. “La valorizzazione dell’Abruzzo come regione dei parchi – si legge nel programma – deve coniugarsi con la capacità e la lungimiranza di comunicare l’Abruzzo come sede di università e centri di ricerca, come gli Atenei di L’Aquila, Chieti-Pescara e Teramo, del Gran Sasso Science Institute, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Istituto Zooprofilattico, nodi di interconnessione tra saperi specialistici che hanno scalato classifiche internazionali. Per garantire una crescita equilibrata dell’Abruzzo, dobbiamo evitare di indebolire le capacità produttive già insediate, ma anzi, se possibile come nel caso dello stabilimento della Coca Cola ad Oricola e della Walter Tosto a Chieti, renderle sempre più competitive.

LUCIANO D’AMICO: Nato nel 1960 a Torricella Peligna, in provincia di Chieti. È l’ex rettore dell’Università di Teramo ed ex presidente del Trasporto Unico Abruzzese (Tua), società che gestisce il trasporto pubblico urbano. Era già stato candidato alle regionali del 2019 come consigliere per la provincia di Teramo, a sostegno del candidato di centrosinistra Giovanni Legnini, ma non fu eletto. Candidato del centrosinistra appoggiato da un campo larghissimo, può contare sul sostegno di 6 liste: Pd, M5S, Azione, Alleanza Verdi e Sinistra e Democrazia Solidale, Italia Viva con Partito Socialista Italiano e +Europa, Abruzzo Insieme (lista civica). Tra i punti chiave del suo programma ci sono: l’adeguamento della rete autostradale; il potenziamento del sistema ferroviario; l’insediamento di nuove aziende sul territorio per frenare la disoccupazione giovanile. Per D’amico “è importante che la politica regionale si adoperi per trovare soluzioni e fornire incentivi alle imprese agricole affinché queste possano adottare pratiche sostenibili, come, per esempio, impiegare le energie rinnovabili nei processi produttivi o utilizzare tecniche di agricoltura biologica”.
Inoltre, vanno introdotte politiche di promozione e valorizzazione dei prodotti locali, in modo da stimolare l’economia locale e garantire il benessere delle comunità agricole. Allo stesso tempo, “è fondamentale abbandonare rapidamente la strada delle fonti fossili, che ha causato una contrapposizione tra gli interessi economici delle multinazionali e quelli delle aziende agricole”.
Per quanto riguarda l’energia, nel suo programma si legge che “è necessario mettere in campo più azioni: per esempio, in relazione alle comunità energetiche, istituire una cabina di regia, composta da professionisti, chiamata a prestare assistenza ai comuni (sia per quanto concerne la formazione, sia per quel che riguarda la sensibilizzazione dei cittadini al tema); individuare le aree idonee alla installazione degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti energetiche rinnovabili; varare misure per favorire l’accumulo di energia, privilegiando la diffusione di piccoli impianti domestici e di comunità, nonché realizzare i distretti dell’idrogeno (anche in funzione dei benefici che si avrebbero in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera); infine, integrare il reddito energetico introdotto dallo Stato con un reddito energetico regionale, in favore di quelle famiglie che versassero in condizioni di povertà energetica, prevedendo un contributo a fondo perduto per l’installazione di impianti fotovoltaici“.
Infine, “l’azione politica della Regione deve concentrarsi sulla promozione e la valorizzazione del turismo sostenibile, con particolare attenzione all’utilizzo delle risorse naturali in modo responsabile. Essa include l’incentivazione del turismo rurale e del turismo naturalistico, il sostegno agli agriturismo e alle attività agricole sostenibili nonché la promozione di iniziative culturali che mettano in risalto la bellezza e l’importanza ambientale della Regione”.