Italiani ‘attenti’ a sostenibilità, ma cresce l’ultra-fast fashion

La grande incoerenza tra gli amanti della moda: più della metà si dice ecologista, ma aumenta anche la disponibilità di opzioni low cost

Nella sfida alla sostenibilità della moda, a perdere è spesso la coerenza. Con gli eventi climatici estremi, cresce anche la consapevolezza dei consumatori, che si dichiarano sempre più sensibili all’ecologia. Oltre alla preoccupazione ambientale, però, aumenta anche la disponibilità di opzioni low cost, con un impatto devastante sul pianeta, che ha portato alla nascita del fenomeno dell’ultra-fast fashion.

Secondo un’analisi del motore di ricerca di moda Stileo, l’attenzione verso la sostenibilità nel settore aumenta quando si parla di scelte di consumo, con oltre la metà degli italiani (52%) che dimostra di essere più attenta rispetto al passato. Solo il 7% degli intervistati ammette di non considerare l’impatto ambientale come un fattore importante in fase di acquisto.
Il 29% degli intervistati dà la priorità ai brand sostenibili, mentre il 23% ha deciso di ridurre gli acquisti a causa delle preoccupazioni ecologiche. Nonostante questo, quasi la metà di chi ha diminuito i consumi per via della sostenibilità (45%) ha poi dichiarato che comprerebbe più capi se solo avesse maggiori risorse economiche.

Questo perché per una buona fetta di consumatori (35%) il prezzo rimane la componente più importante durante lo shopping. Nella classifica dell’indagine Stileo sugli aspetti principali che determinano una buona esperienza di shopping online, la sostenibilità ricopre il penultimo posto su 13 fattori. Sul podio ci sono la possibilità di trovare saldi (primo posto), l’opportunità di avere la spedizione gratuita (secondo) e un buon rapporto qualità prezzo (terzo).

Ecco il grande controsenso. Nell’ultimo anno, il 38% degli italiani dichiara di aver acquistato almeno una volta da uno shop ultra-fast fashion, mentre il 60% ancora non ha valutato questa opzione. Come viene percepito questo nuovo modello di consumo? La maggior parte degli intervistati (37%) afferma di evitarlo per via della bassa qualità dei capi, mentre il 23% degli acquirenti considera il fast fashion un’opzione accettabile, a patto che rimanga economicamente accessibile. Solo il 14% si tiene alla larga da questa possibilità per via delle questioni ambientali.