Energia, Venier (Snam): Servono regole comuni per svolta green

“Rispetto al 2022 è come se avessimo girato la clessidra dei flussi di 180 gradi: prima più del 50% del gas che importavamo era russo e norvegese ed entrava da Nord, adesso il gas arriva praticamente tutto da Sud o dagli impianti Gnl situati in Toscana e Veneto. Per questo ora occorre rinforzare il corridoio Sud-Nord, in primis realizzando questa nuova linea che già nel breve ci darà sicurezza, flessibilità e più opzioni sul fronte delle forniture e ci consentirà di incrementare di almeno il 10% la capacità di trasporto da Sud, che tradotto in volumi significa 10 miliardi di metri cubi in più all’anno e maggiore flessibilità di gestione, e che in futuro sarà una delle parti fondamentali del SouthH2corridor e potrà trasportare idrogeno”. Lo dice Stefano Venier, ad di Snam, sottolineando che entro poche settimane partiranno i cantieri per realizzare il nuovo gasdotto lungo la cosiddetta ‘Dorsale Adriatica’. Sul rigassificatore di Ravenna spiega a La Stampa: “I lavori a terra sono già arrivati al 70%, mentre siamo al 30% per quanto riguarda la parte offshore che vivrà un’accelerazione durante l’estate perché a maggio arriveranno i due mezzi navali che servono per l’installazione della piattaforma e la posa degli 8 km di condotta per il collegamento con le infrastrutture di terra. In prospettiva Ravenna sarà l’approdo ideale per il gas in arrivo da Cipro, Israele ed Egitto”.

Resta l’obiettivo della decarbonizzazione da portare avanti. Racconta Venier: “Oltre a sviluppare le infrastrutture di trasporto e stoccaggio lavoriamo per trasformarle sempre di più in infrastrutture multi-molecola. Già oggi prendiamo il biometano, domani potremo trasportare l’idrogeno ma oltre a questo stiamo lavorando su un progetto assieme all’Eni, il primo di questo tipo in tutto il bacino del Mediterraneo, per catturare la CO2 che verrà intombata nei vecchi giacimenti al largo di Ravenna. In questo modo anche alcune produzioni hard to abate, magari più difficili da elettrificare o da trasformare in fonti “verdi”, potranno raggiungere comunque gli obiettivi di decarbonizzazione”.

Se ne parlerà al G7 e Venier detta la road map: “I temi centrali sono due: il primo è la sicurezza, sottolineando l’importanza della diversificazione e della flessibilità; il secondo riguarda la transizione che a nostro modo di vedere richiede un approccio di neutralità tecnologica e molto pragmatismo. Perché quello che ci manca oggi non è la chiarezza del dove dobbiamo arrivare, ma – se mi consente la battuta – manca il Google map che ci dica qual è la strada migliore per arrivarci, questo perché le tecnologie oggi non sono tutte note e non sono tutte ancora disponibili. Seconda cosa: non c’è una soluzione che vada bene per tutti i paesi, perché ognuno ha caratteristiche diverse dall’altro anche come morfologia e posizionamento geografico. Poi c’è il nodo degli investimenti per arrivare al net zero: si parla di trilioni di dollari e per questo occorre creare le condizioni migliori affinché questa mole di investimenti possa essere coperta sia con risorse pubbliche che private. Come? Omogeneizzando le politiche energetiche dei diversi paesi, gli incentivi ed i vari regolamenti