“L’atteggiamento peggiore è quello di dire che non si può fare niente. Piuttosto che rifugiarsi nella solita litania degli interessi nazionali mortificati dall’Europa, sarebbe saggio prepararsi a gestire opportunamente il provvedimento”. Così Giuseppe Roma, architetto e urbanista, docente di Gestione Urbana all’Università di Roma Tre e segretario generale della Rur, la rete urbana delle rappresentanze. Per lui la direttiva sulle Case green “conviene a tutti, anche ai proprietari”. In una intervista a La Repubblica aggiunge: “Il nostro patrimonio edilizio è vecchio, inquinante, costoso. Gli edifici costruiti tra il 1950 e il 1970 sono di scarsa qualità, realizzati con materiali poveri, e gli interventi di rinnovamento sono stati pochissimi. Ogni anno si vendono in media 600-700 mila abitazioni, ma i permessi per realizzare nuove costruzioni o ristrutturazioni integrali riguardano non più di 60 mila abitazioni. È come se il parco delle automobili fosse costituito per la maggior parte da Euro 3 e Euro 4”. Di fronte all’obiezione che la ristrutturazione energetica richiede risorse ingenti, Roma replica così: “Intanto si potrebbe cominciare da chi quelle risorse le ha. E per il resto andrebbe fatto un piano organico, come prevede la direttiva Ue: il problema degli interventi fatti finora, Superbonus compreso, è che non si è rigenerato un quartiere, o un’area, ma si è andato invece in ordine sparso, una frammentazione di interventi in cui ognuno cerca di prendere il più possibile dallo Stato”.