L’Ets dà i suoi frutti: -4,26 milioni di tonnellate di gas a effetto serra solo in Belgio. Tanto ha tagliato in un anno, tra il 2022 e il 2023, il Paese che ospita le istituzioni europee, e le cui grandi imprese ad alta intensità energetica hanno saputo sprigionare in atmosfera meno sostanze clima-alteranti anche grazie al meccanismo europeo di compra-vendita di diritti di emissioni, l’Ets appunto. Le cifre, sottolineano le autorità nazionali, si riferiscono alle aziende all’interno proprio del sistema europeo di scambio delle quote di emissione. Nell’ambito di questo schema, le compagnie acquistano permessi per emettere CO2 e devono scambiare un’indennità per ogni tonnellata di emissioni che emettono. Risultato: per il Belgio si registra un taglio di oltre il 10%, l’obiettivo maggiore di riduzione dalla grande crisi economica del 2008.
A registrare un cambio di passo ‘green’ sono produttori di cemento e siderurgici, impianti chimici, raffinerie, centrali elettriche, per un totale di oltre 280 industrie meno clima-impattanti, a cui si aggiungono le compagnie aeree che operano voli intra-europei, a cominciare da Brussels Airlines. Attenzione, però. Perché a leggere i dati emerge una realtà in chiaro-scuro. Da una parte c’è stata una transizione verso modelli più sostenibili di produzione e business, dall’altra c’è il rallentamento del settore secondario. Il taglio di 4,26 milioni di tonnellate di gas a effetto serra (misurato in CO2 equivalente, che converte l’impatto dei gas serra totali nell’impatto dell’anidride carbonica), deriverebbe anche da un’economia in difficoltà. Gli alti prezzi dell’energia e la debolezza della domanda hanno fatto sì che molte aziende industriali diminuissero la produzione. In particolare i dati pubblicati da Essenscia, la federazione dell’industria belga, indicano un calo della capacità produttiva nel settore chimico, che ha toccato un minimo storico oscillando tra il 65% e il 73% nel corso dell’intero 2023. Tanto potenziale non sfruttato dunque. Se l’ambiente ci guadagna, famiglie e consumi un po’ meno.
Ci sono comunque progressi, perché mentre la produzione nei settori chimico, della plastica e dei prodotti farmaceutici è aumentata del 77% dal 2004, le emissioni di gas serra sono rimaste stabili. Questo indica che ci sono stati miglioramenti nell’efficienza energetica. Dal Belgio arriva quindi un esempio di buone pratiche, anche se non sufficienti per poter parlare di transizione sostenibile avvenuta e riuscita né di Paese a misura di Green Deal europeo. Per quello bisognerà attendere, e vedere quale impatto ambientale avrà la ripresa economica del Paese.