Cultura di Impresa al Salone del Libro: le regole per affrontare le grandi transizioni in atto

L'Unione industriali di Torino ha invitato al Caffè Letterario manager e imprenditori

Cultura di impresa come cultura del saper fare, che vuol dire anche saper fare cultura di impresa. Il cerchio si chiude al Salone del Libro dove nell’ultimo giorno di fiera l’Unione industriali di Torino ha invitato agli appuntamenti del Caffè Letterario alcune imprese di rango che fanno della cultura specifica un asset strategico per lo sviluppo economico della propria attività. Mai come in questo momento di grandi transizioni “per guardare al futuro, alle sfide che il futuro può presentare, occorre affondare radici salde nella propria storia e nelle proprie opportunità quindi di generare cultura di impresa”. “Le regole e il modo di trasmettere cultura di impresa evolve ma certi principi rimangono e devono rimanere fermi” tiene a sottolineare Francesco Eandi, Direttore Sviluppo di Sistemi spa.  Professionalità, serietà, trasparenza sono principi che occorre sempre coltivare e conservare. La cultura è soprattutto condivisione delle informazioni secondo Giuseppe Aimi, Responsabile della Direzione regionale Nord Ovest di Bper Banca: “Ed è proprio nei momenti di transizione che è importante che tutti i corpi che collaborano per la crescita dell’economia abbiano un rapporto più stretto”.
Il dibattito che ha chiuso la serie di appuntamenti al Salone intorno a Torino Capitale della Cultura di Impresa ha visto confrontarsi anche Giuseppe Bergesio, AD di Iren Energia, Virginia Antonini, Responsabile di Sostenibilità e Comunicazione istituzionale di Reale Mutua e Alessandra Bianco, Direttore della Comunicazione di Lavazza.