“Nel settore dell’energia percepiamo le crisi in anticipo. Il 2024 è un anno ancora difficile, non di ripresa. Il rallentamento della produzione industriale — e temo che vedremo anche quello dell’export — dipende da tre fattori, che si avvertono ora pienamente: la frenata cinese, l’aumento di prezzo di materie prime e semilavorati importati, anche per il blocco di Suez, e i maggiori costi d’investimento per costruire gli impianti. Per le rinnovabili si aggiunge un quadro regolatorio ancora incerto”. Così Edoardo Garrone, presidente di Erg. In una intervista a Il Corriere della Sera Economia aggiunge sui tagli della Bce: “Un quarto di punto in meno non sposterà granché. Un secondo taglio può aiutare, ma bisognerebbe che le scelte di politica monetaria delle banche centrali fossero coerenti con le politiche industriali. Il calo dell’inflazione è legato soprattutto a quello dei costi dell’energia, ma l’inflazione reale rimane, i consumi non sono aumentati. Serve più interazione tra la Bce e la politica dei Paesi Ue. Da anni non abbiamo un piano europeo di politica industriale di ampio respiro. L’agenda Draghi ha provato a definire le linee, ma che ne sarà ora, in questo quadro post elezioni, con la criticità di Francia e Germania? Le aziende in questo momento devono essere solide, con liquidità da investire per cogliere le opportunità migliori. Serve un quadro omogeneo e meglio definito”.