La corsa dei prezzi dei gelati al bar: In 25 anni rincari anche del 220%

Il Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) ha messo a confronto i prezzi attuali di una vaschetta di gelato da 1 kg in tutte le città italiane con quelli in vigore nel 2021

Il prezzo medio del gelato in vaschetta in Italia si attesta oggi a 5,86 euro al chilo, contro una media di 4,52 euro/kg del 2021, segnando un un rincaro in tre anni del 29,6%, fa sapere il Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc). Ma se il confronto si fa basandosi sui classici cartelli esposti fuori dai bar nell’arco di 25 anni emergono aumenti fino al 220%.
Il Crc ha elaborato i dati pubblicati sull’osservatorio Mimit, mettendo a confronto i prezzi attuali di una vaschetta di gelato da 1 kg in tutte le città italiane con quelli in vigore nel 2021. Ebbene, mentre il tasso d’inflazione generale nel triennio 2021-2022-2023 si è attestata al 15,7%, i prezzi dei gelati hanno subito aumenti nettamente superiori. Se si analizzano i listini nelle singole province, si scopre che Forlì è la città che oggi vanta il prezzo più alto del gelato, con una media di 8,28 euro al Kg, seguita da Firenze (7,79 euro), Bolzano (7,39 euro), Ancona (7,13 euro) e Milano (7,08 euro). Sul lato opposto della classifica Cuneo risulta la provincia più conveniente, con un prezzo medio di 4,21 auro al chilo, seguita da Arezzo (4,59 euro), Siena e Padova (entrambe a 4,60 euro) – afferma il Centro di formazione e ricerca sui consumi – Sul fronte dei rincari è a Lodi che si registrano gli aumenti più pesanti, pari al +48,7% sul 2021, seguita da Belluno e Ancona (+47,3%) e Verona (+46,8%). In totale 7 province segnano incrementi dei prezzi superiori al 40% rispetto al 2021.

Situazione analoga nel settore dei gelati artigianali, dove i prezzi variano dai 20 ai 28 euro al kg (tra +20% e +30% sul 2021), mentre per un cono piccolo si spendono in Italia in media 2,7 euro, arrivando a sfiorare i 5 euro in alcune gelaterie del centro storico di Roma. Vi ricordate invece quanto si pagava per un gelato confezionato al bar nel 1998-99, ovvero 25 anni fa? I prezzi erano in lire e un Magnum dell’Algida costava 1.800 lire, un Cornetto 1.500 lire e un Fior di Fragola 800 lire. A cavallo tra 2001 e 2002 ci fu il cambio lira-euro, pari a 1936,27 lire per ogni nuovo euro. Proprio nel 2002 furono numerose le polemiche per aumenti eccessivi, secondo i consumatori e il sentito dire, dato che in certi posti la pizza margherita passò da 5000 lire a quasi 5 euro. Anche sui gelati confezionati il balzo dei prezzi fu considerevole: Magnum 1,2 euro, Cornetto classico 0,9 euro, Fior di Fragola 0,55. In pratica i rincari erano stati rispettivamente del 29%, del 16,2% e del 33%.

Arrivando ai giorni nostri, soprattutto nei bar delle spiagge i prezzi hanno toccato nuove vette: il Magnum mediamente si aggira attorno ai 3 euro, il Cornetto è venduto a circa 2,8 euro e il Fior di Fragola va da 1,5 a 1,8 euro. Il Magnum, ad esempio, costa dunque il 220% in più rispetto a 25 anni fa. Un rincaro che potrebbe essere anche più alto se si considera che il peso è diverso: in un ventennio è sceso da 86 a 70 grammi. Una cosiddetta sgrammatura, che spinse a gennaio Unilever – il gruppo alimentare che produce il Magnum – a portare la catena di supermercati francesi Intermarché in tribunale: la multinazionale contestava infatti una campagna di marketing realizzata dal supermercato per i marchi di gelato Magnum e Carte d’Or. Una campagna attuata con manifesti che veniva ritenuta “denigratoria” visto che esponeva claim come “prima Magnum significava grande” o anche, riferito ai gelati Carte d’Or, “non stanno sul dorso del cucchiaio”. La campagna era stata lanciata da Intermarché per contrastare il fenomeno della shrinkflation, ovvero la strategia commerciale che consiste nel ridurre le dimensioni o la quantità dei prodotti mantenendo stabile il prezzo. Che invece sale…