Stellantis, Tavares: “Semestre sotto aspettative. Nessun motivo per non fare un accordo con il Governo”

Il Gruppo intanto cede la quota di maggioranza in Comau. Urso rilancia: "Daremo risorse a chi produce in Italia, non incentiveremo chi assembla"

Stellantis

Un primo semestre 2024 con più luci che ombre, con ricavi netti pari a 85 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto al 1° semestre 2023, “principalmente a causa del calo dei volumi e del mix di prodotti“, e un utile netto di 5,6 miliardi di euro, in calo del 48% rispetto al 1° semestre 2023, “principalmente a causa del calo dei volumi e del mix, del vento contrario dei cambi e dei costi di ristrutturazione“. Sono i risultati comunicati da Stellantis, il cui ceo Carlos Tavares non nasconde come la performance sia stata “inferiore alle nostre aspettative, riflettendo sia un contesto industriale difficile che i nostri problemi operativi“. Ma non si abbatte e rilancia subito: “Se da un lato erano necessarie azioni correttive, che sono in corso per risolvere questi problemi, dall’altro abbiamo avviato un’entusiasmante campagna di lancio di prodotti, con non meno di 20 nuovi veicoli quest’anno, che porta con sé maggiori opportunità quando si esegue bene – commenta -. Abbiamo ancora molto lavoro da fare, soprattutto in Nord America, per massimizzare il nostro potenziale a lungo termine. Voglio ringraziare tutti i dipendenti per il lavoro di squadra e l’impegno profuso in questo capitolo così importante della nostra storia”.

E nella stessa giornata arriva un altro importante annuncio dal Gruppo, che cede la quota di maggioranza in Comau, società tecnologica globale specializzata in automazione industriale e robotica avanzata, al fondo One Equity Partners. Una “transazione pianificata”, spiega Tavares, progettata per “aiutare Comau a raggiungere l’autonomia e rafforzare ulteriormente il suo successo a supporto di tutti i suoi stakeholder, in particolare per i loro dipendenti e clienti. Offre inoltre a Stellantis la possibilità di concentrarsi sulle attività aziendali principali in Europa“. Una notizia che non viene accolta bene né dai sindacati né dal Governo. Infatti, se Fiom Cgil e Uilm la vedono come un segno di ulteriore disimpegno da parte del Gruppo nel Paese, il ministero delle Infrastrutture e del Made in Italy si muove prontamente e comunica che “si stanno svolgendo le valutazioni in ordine all’applicabilità della disciplina della golden power”.

Insomma, nonostante Tavares continui a parlare di un dialogo soddisfacente con i sindacati italiani, la situazione non sembra così rosea. E anche con l’esecutivo rimane qualche ostacolo da superare. Per l’amministratore delegato di Stellantis “non c’è ragione per cui non ci sia un accordo con il Governo italiano” ed è convinto di aver fornito le risposte “che il Governo si aspettava da noi. Quindi è facile convergere. Le risposte che abbiamo dato sono aperte, mirano a contribuire a quello che vuole il Governo che è creare valore per il Paese. È la nostra missione”. Ma il Mimit punta i piedi e precisa ancora, facendo riferimento all’accordo tra Stellantis e la cinese Leapmotor, che “il prossimo piano incentivi prevediamo di dirigerlo a tutela della componentistica italiana. Siamo favorevoli a investimenti in Italia di chi intende produrre qui, per avere il migliore ecosistema con i centri di ricerca, il design, la filiera della componentistica, la logistica. Abbiamo tutte le condizioni per attrarre i produttori. Chi vuole assemblare qui lo può fare, ma quello non è made in Italy. Non incentiveremo mai l’assemblaggio, il mero assemblaggio. Le risorse devono andare a chi produce nel Paese“. Insomma, la pace sembra ancora lontana.