Energia, Armani (Enel): Investire in reti elettriche o è rischio blackout

“Con il cambiamento climatico già da tempo stiamo avendo chiari segnali di criticità. Le reti elettriche sono sempre più sottoposte a eventi estremi, come le bombe d’acqua o le temperature molto elevate per lungo tempo. Gli eventi estremi, sempre più intensi e frequenti, sono la nuova normalità”. Così Gianni Vittorio Armani, direttore Reti del gruppo Enel, che in Italia gestisce oltre un milione di chilometri di linee in media e bassa tensione ed è l’operatore principale della distribuzione. Non ci sono stati blackout nazionali e dobbiamo ritenerci fortunati: “Più che fortunati, dobbiamo avere consapevolezza di quello che accadrebbe se ci fosse un blackout rilevante – aggiunge nell’intervista a Il Corriere della Sera -. In passato l’energia elettrica era meno centrale. Oggi dalla sua disponibilità e affidabilità dipendono processi essenziali per una società avanzata come la nostra: le telecomunicazioni, l’informatica, i servizi finanziari, la sicurezza e la mobilità. Tutti abbiamo bisogno di elettricità, senza non si può lavorare né produrre. E tutti ci accorgiamo di quanto sia essenziale solo quando manca. In futuro sarà sempre più importante disporre di un’infrastruttura elettrica adeguata”. Perché con la decarbonizzazione “il vettore elettrico che oggi rappresenta il 22% del consumo energetico totale salirà al 60% nel 2050 nella Ue. Poi c’è un altro aspetto da considerare: l’infrastruttura non solo è sempre più essenziale, ma è anche più complessa”. E ancora: “I distributori elettrici non gestiscono più una rete unidirezionale (con l’energia che va dalla centrale di produzione alle case), ma una rete bi-direzionale, che deve integrare la sempre più diffusa produzione delle rinnovabili. Il fotovoltaico, per esempio, consente a chiunque di produrre energia e immetterla in rete. Sono centinaia di migliaia i piccoli impianti che producono quando c’è il sole. È una rivoluzione positiva — intendiamoci — perché fa bene all’ambiente, ma la rete non è stata concepita per questo e va digitalizzata e potenziata per accogliere e gestire questi nuovi flussi di energia”.