Orsini: “Transizioni in tempi congrui e scelte coraggiose”. Meloni chiede incontro su Manovra

La ricetta del presidente di Confindustria per il rilancio dell'Italia, alla sua prima assemblea annuale: competitività, produttività e comunità sono le direttrici da seguire.

Photocredit: Confindustria

 

Tempi adeguati per le transizioni green-tech e scelte coraggiose per garantirsi autonomia strategica ed energetica, a partire dal nucleare. E’ la ricetta Orsini per il rilancio dell’Italia, alla sua prima assemblea annuale da presidente di Confindustria.

Competitività, produttività e comunità sono le direttrici da seguire per compiere l’inevitabile salto nella quinta rivoluzione industriale, in una fase “delicatissima”. Serve, sollecita Orsini, correggere quelli che considera sbagli. Come il Green Deal, “impregnato di troppi errori che hanno messo e mettono a rischio l’industria”, denuncia, assicurando di condividere la posizione con i colleghi europei, perché “la decarbonizzazione inseguita anche al prezzo della deindustrializzazione è una debacle”.

Su questo e su molto altro il presidente degli industriali trova l’appoggio della premier, Giorgia Meloni, che accoglie le proposte di Confindustria e propone un incontro il prima possibile: “C’è molto da fare”, dice dal palco, riferendosi principalmente alla legge di bilancio. Ma non passa inosservato neanche il Piano Straordinario di Edilizia per i lavoratori neoassunti. Si dice fiduciosa e ottimista sulla crescita, si farà meglio delle previsioni della Commissione, è convinta la premier, convinta che il +1% del Pil sia “a portata di mano, soprattutto dopo i primi due trimestri”. Quello che Orsini propone, per sostenere la crescita della massa retributiva in Italia è che il taglio del cuneo fiscale vada reso permanente: “Poiché se le retribuzioni sono al di sotto della media europea il costo del lavoro è più elevato”, spiega.

La strategia degli industriali passa dal tenere i capitali europei in Europa, cercando di non fare troppi errori che costringano a rivolgersi altrove. Come sta accadendo con lo stop ai motori endotermici a partire dal 2035, che, denuncia Orsini, “sta regalando il mercato europeo dell’auto elettrica alla Cina“. “La filiera italiana dell’automotive è in grave difficoltà, depauperata del proprio futuro dopo aver dato vita alle auto più belle del mondo e investito risorse enormi per l’abbattimento delle emissioni”, afferma.

Per Meloni, questo è uno degli esempi più evidenti dell'”approccio autodistruttivo” dell’Europa. Sul Green Deal la presidente del Consiglio non usa mezzi termini: “Banalmente nel deserto non c’è niente di verde, non possiamo rincorrendo il verde lasciare un deserto dietro di noi“. Sull’intelligenza artificiale, se Orsini avverte dei rischi del dibattito etico in corso in Italia, che può diventare un “grande freno”, quando c’è l’esigenza di accelerare sperimentazioni industriali, Meloni non è pienamente d’accordo. D’altra parte, è stata la premier a volere fortemente la presenza di Papa Francesco al G7 dei leader, per ascoltare la sua posizione sul tema: “Non credo che lo sviluppo si possa o si debba frenare, ma credo che faremmo un errore enorme se non lo governassimo”, dice.

Centrale, nella relazione di Orsini, è l‘aspetto umano dell’impresa, il capitale sociale: “La Confindustria che vogliamo è una Confindustria dei risultati. Una Confindustria unita e aperta al dialogo, legata ai propri valori e alla propria identità”, spiega. Parla di uno sviluppo che non sia solo ascensore sociale, ma anche rispetto dei diritti: “Il progresso non sarà mai solo mera innovazione e produzione di utili, ma avanzamento sociale, industriale, civile e culturale per tutto il nostro Paese“, scandisce. Un rispetto della responsabilità sociale delle imprese molto apprezzato da Meloni, che lo definisce “centrale e non scontato”. Ed è convinta: “L’Italia può ancora stupire”. Non vuole rincorrere gli altri, ma “lasciare tutti a bocca aperta”. Reduce dal successo della nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario alla Coesione, Meloni vede e rivendica “un’Italia stimata, amata e ricercata”: “So che ce l’ho dietro le spalle e sono pronta ad aprire tutte le porte che è necessario aprire, ma poi – insiste – ci dobbiamo credere insieme e dobbiamo camminare mano nella mano”.