Agricoltura, Italia e altri 5 Paesi chiedono dazi su import riso Cambogia e Myanmar

L’Italia, sostenuta da Bulgaria, Grecia, Portogallo, Romania e Spagna, presenterà al Consiglio Agricoltura dell’Ue, in corso oggi a Bruxelles, la richiesta di introduzione di una misura di salvaguardia automatica per contro le importazioni a dazio zero di riso da Cambogia e Myanmar. La misura di salvaguardia automatica “consentirebbe di intervenire tempestivamente per abolire la preferenza per il riso proveniente da un singolo Paese meno sviluppato; se viene superato un valore predeterminato, le importazioni da tale Paese sarebbero soggette ai dazi della tariffa doganale comune”, viene spiegato nei documenti del Consiglio.

Cambogia e Myanmar usufruiscono di un sistema Ue di preferenze tariffarie generalizzate (Spg) che prevede uno speciale regime di importazione a dazio zero per i Paesi meno sviluppati. L’obiettivo è sostenere i Paesi in via di sviluppo aiutandoli a sfruttare le opportunità commerciali; tuttavia, “a causa delle importazioni a dazio zero, nell’Ue vengono importate elevate quantità di riso con un impatto negativo sul settore europeo del riso. In effetti, i flussi di importazione dalla Cambogia e dal Myanmar stanno aumentando rapidamente, portando a una riduzione dello spazio commerciale per il risone coltivato nell’Ue e sottraendo quote di mercato al prodotto autoctono. Il risultato è un forte squilibrio nel mercato e un’altrettanto forte riduzione della superficie coltivata a riso in Europa”, viene spiegato. Inoltre, “la Cambogia è diventata il principale partner commerciale dell’Ue per il riso lavorato preconfezionato, sottraendo spazio commerciale all’industria confezionata dell’Ue. Durante l’ultimo anno di commercializzazione, circa 450 mila tonnellate di riso lavorato sono state importate a dazi zero dalla Cambogia e dal Myanmar nell’Ue. Queste massicce importazioni di riso sono state assorbite dal mercato dell’Ue solo a causa della carenza di produzione di riso dell’Ue causata dalla siccità, in particolare in Spagna nel 2022 e nel 2023 e in Italia nel 2022”. Tale situazione “non sarà sostenibile nel prossimo futuro a causa dell’aumento della superficie di risaie e della produzione di riso nell’Ue”.