La campagna risicola 2024/25 sta affrontando un avvio particolarmente complicato, con ritardi nelle operazioni di semina e raccolta causati dalle continue piogge che hanno caratterizzato l’inizio della stagione. Le difficoltà meteo potrebbero compromettere il potenziale produttivo finale, riducendo le rese e attenuando, almeno in parte, la previsione di crescita delle superfici risicole, stimata dall’Ente Nazionale Risi a +7,6%. Secondo le stime di settembre, le superfici coltivate a riso sarebbero aumentate a 226.000 ettari, rispetto ai circa 210.000 del 2023, ma i ritardi accumulati nelle operazioni sul campo potrebbero rallentare questa espansione.
Secondo un report di Bmti, la Borsa merci telematica italiana, i ritardi nella raccolta hanno determinato una disponibilità limitata di risone sul mercato, insufficiente a soddisfare la domanda delle riserie. Ciò ha generato pressioni al rialzo sui prezzi, con una riduzione del ritmo degli scambi, come confermato dal calo dei trasferimenti di risone alle riserie. Le quotazioni di apertura per la stagione 2024/25 sono risultate superiori rispetto alla scorsa annata per quasi tutte le varietà, ad eccezione del Baldo. Questo aumento, in parte, è stato frenato dall’espansione delle superfici dedicate a questa varietà, che ha visto un incremento del +184,7% rispetto alla scorsa stagione, secondo l’Ente Nazionale Risi. Per molte varietà, le quotazioni d’esordio sono comunque inferiori rispetto all’annata 2022/23, ma i rincari sono stati evidenti, in particolare per i risoni destinati al mercato interno. I rialzi più marcati sono stati registrati per il Carnaroli (+32%), l’Arborio (+77%) e il Roma (+23%).
Alla base dei maxi rincari anche le difficili condizioni climatiche di quest’anno, con piogge abbondanti e un’eccessiva permanenza del prodotto in campo, stanno sollevando preoccupazioni tra gli operatori del settore. A fine ottobre – si legge nel report di Bmti – risultava ancora circa il 40% del prodotto da raccogliere, con timori per la qualità finale, in particolare per il Carnaroli, che potrebbe soffrire di rese basse, e per l’Arborio, dove la scarsità di prodotto sembra essere il problema principale. I prezzi al consumo del riso comunque hanno fatto segnare a settembre una riduzione su base tendenziale del -3,2%.
A livello internazionale, invece, le stime di ottobre del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) evidenziano una produzione mondiale di riso 2024/25 su un livello record di 530 milioni di tonnellate circa, in aumento su base annua (+1,7%). Anche i consumi finali sono previsti su livelli record. Le scorte sono attese in aumento, ai massimi dalla campagna 2020/21. E per quanto riguarda le quotazioni nei principali mercati mondiali, prevale una tendenza di fondo ribassista sia per i risi thailandesi che per quelli vietnamiti. Perdono terreno anche i valori dei futures scambiati sulla Borsa di Chicago.
A livello europeo, infine, le importazioni europee di riso nei primi 2 mesi della campagna 2024/25 i dati forniti da Bruxelles evidenziano una ripresa del 12,3% dei volumi in ingresso nel mercato comunitario, La crescita dell’import complessivo in avvio di campagna è stato trainato dall’aumento degli arrivi di riso semigreggio, soprattutto di varietà Indica. Sostanzialmente stabili i volumi importati di riso semilavorato e lavorato.