“La transizione dell’automotive è un qualcosa di assolutamente enorme e inedito per un settore industriale. Ed è per questo che quando si è deciso di fissare la data del 2035 per lo stop alla vendita delle auto a motore termico, io ho creato la ‘Route35’: una piattaforma per una concertazione permanente con le parti interessate. Per ascoltarli e aiutarli nel percorso verso gli obiettivi”. Così Thierry Breton è stato per cinque anni commissario europeo al Mercato Interno e all’Industria. In una intervista a La Stampa aggiunge che nel quadro di questo processo “avevamo fissato dei criteri, ‘Key performance indicators’, in termini di vendita di mezzi elettrici, di infrastrutture di ricarica, di capacità della generazione elettrica, di fabbricazione delle batterie. Su quest’ultimo punto, per esempio, ci sono difficoltà. Bisogna creare un ecosistema di componenti che al momento manca, anche perché c’è una carenza di know-how”. Breton poi sottolinea: “Io ho sempre detto a tutti i miei interlocutori che è indispensabile che le case automobilistiche continuino a produrre motori termici in Europa per servire quei mercati che hanno fatto scelte diverse dalle nostre in termini di transizione ambientale. Penso all’Africa, all’America Latina, ma anche agli stessi Stati Uniti”. E ancora sulla possibilità di spostare in avanti la data del 2035: “Io non raccomanderei una decisione in tal senso. Abbiamo un obiettivo e ci sono delle tappe da percorrere per raggiungerlo”. Con la strada degli incentivi finanziari è nuovamente percorribile: “Nel quadro di Route35 avevamo aperto una discussione sulla questione incentivi, che è estremamente importante. Fanno certamente parte degli strumenti a disposizione, anche se chiaramente i governi devono fare i conti con i vincoli di bilancio. Personalmente, preferirei che si utilizzassero per acquistare automobili europee”.