Quando si dice il valore della stabilità. Dall’assemblea nazionale di Confartigianato parte un allarme da far tremare i polsi, perché gli effetti della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, dal 2022 a oggi, sono costati 155,1 miliardi di euro alle imprese italiane. A rivelarlo è un report dell’ufficio studi, che ha valutato diversi aspetti del conflitto e le sue implicazioni: dai 13,4 miliardi di mancate esportazioni verso Russia e Ucraina ai 18,4 miliardi di export verso la Germania, ai 78,9 miliardi di maggiori costi per l’acquisto di energia dall’estero e 44,3 miliardi di maggiori oneri finanziari a causa dell’aumento dei tassi d’interesse per contrastare l’inflazione. “Tutto ciò rende il futuro sempre più incerto ed accresce le preoccupazioni, sia per il presente, sia per quello che potremo lasciare alle prossime generazioni”, avverte il presidente della confederazione degli artigiani, Marco Granelli. Chiedendo “un ambiente che favorisca la spinta imprenditoriale”, perché oggigiorno “burocrazia, fisco, difficoltà di accesso al credito, costi dell’energia, condizioni delle infrastrutture diventano barriere che scoraggiano le migliori volontà di mettersi in proprio”. Il comparto non rinuncia al lavoro di squadra con il governo e le istituzioni per rimuovere gli ostacoli.
In questo senso Granelli apprezza “lo sforzo di mantenere nella Manovra il giusto equilibrio tra rigore e crescita” operato dal governo “nell’anno in cui ha dovuto ricominciare a fare i conti con i vincoli europei del Patto di stabilità”. Confartigianato riconosce l’importanza del Pnrr che “in questa fase, può supportare efficacemente la ristrettezza dei conti del bilancio pubblico”, dunque esorta a “prenderci tutti la responsabilità di collaborare per arrivare agli obiettivi prefissati cercando di tifare per il successo del Piano, la cui realizzazione è una cosa di cui ha davvero bisogno il Paese”.
Gli artigiani rientrano profondamente nel perimetro europeista, ma allo stesso tempo chiedono un “atteggiamento concreto e pragmatico”. Le parole chiave di cui parla Granelli sono tecnologia e sostenibilità, “le maggiori e più impattanti transizioni che le piccole imprese e l’artigianato si trovano a fronteggiare, ma che da sempre sanno governare e utilizzare per crescere ed evolvere”. Ma, ammonisce, “la sostenibilità non deve essere furore ideologico, ma scelta consapevole di futuro, impiego intelligente delle risorse, competitività, atto di responsabilità verso le nuove generazioni”.
In platea assiste e ascolta il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che riconosce l’artigianato come storico e attuale “motore di sviluppo” che “nessuno può considerare parte residuale dell’economia” visto che le imprese del comparto “costituiscono oltre il 20% del tessuto imprenditoriale del nostro Paese” e “rappresentano il 15% degli occupati, oltre a costituire un fattore di identità, strettamente legato anche al Made in Italy”. Il capo dello Stato ricorda, inoltre, che si tratta di “un sistema di imprese essenziale per la coesione sociale delle nostre città e dei nostri borghi” e che sono benissimo “in grado di competere”.
Dal governo è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a raccogliere gli appelli degli artigiani. “Stiamo semplificando l’accesso al piano Transizione 5.0, elevando l’intensità del beneficio fiscale e offrendo incentivi più consistenti per l’acquisto di pannelli fotovoltaici, un ambito di grande rilevanza per le imprese”, dice il responsabile del Mimit. Aggiungendo che l’obiettivo è quello di “prorogare il piano almeno fino ad aprile 2026 e dare maggiore flessibilità alle regole sul cumulo”, motivo per cui è in corso una contrattazione con la Commissione Ue.
Ma anche sulle startup Urso assicura l’impegno per invertire una tendenza negativa: “Spesso sono idee molto belle che poi non si trasformano in aziende. Per questo abbiamo deciso di intervenire per incentivare gli investimenti, per chi può farlo, nello sviluppo delle startup affinché diventino effettivamente imprese innovative”. La platea applaude e aspetta di vedere gli annunci tradotti in atti concreti.