E’ pronta una stangata in bolletta da gennaio. Le spese per luce e gas dovrebbero salire a doppia cifra, sia per i milioni di clienti che sono in regime di maggior tutela, sia per chi è nel mercato libero e ha scelto una tariffa variabile. Non cambierà niente per chi ha una tariffa fissa. Per ora.
I rialzi saranno conseguenza del mini rally del gas in Europa, salito fino a 50 euro per megawattora ad Amsterdam, per poi arretrare in area 45 ma rimanendo a un livello del 30-40% superiore rispetto ai mesi primaverili. Una corsa generata dalle tensioni geopolitiche, dalla poca chiarezza sul 2025 quando il contratto di transito del gas russo via Ucraina dovrebbe scadere, da un clima diverso da quello degli ultimi due anni che ha visto temperature più rigide in Europa. Il meteo ha abbassato oltre la media la produzione di energia da fonti rinnovabili e ha spinto a un maggior consumo di gas. Gas che arriva sempre più via mare, il Gnl, soprattutto dagli Usa e che quindi è in concorrenza – a livello di prezzo – con l’Asia. In pratica se in Giappone o Corea sono disposti a pagare di più per un carico di gas liquefatto, le metaniere americana si dirigono verso l’estremo oriente, viceversa puntano sul Vecchio continente se il prezzo del Ttf sale. I gasdotti incidono sempre meno sulle quotazioni, ecco spiegato dunque il rally del gas.
Dal gas, almeno in Italia, dipende metà della produzione di energia elettrica. Per cui con un prezzo del metano sui 50 euro a megawattora, senza nucleare, e con rinnovabili indebolite dal meteo invernale, è inevitabile vedere schizzare sulla borsa elettrica il Pun – il prezzo unico nazionale, che da gennaio in teoria diverrà zonale-regionale – salito a 170-180 euro per megawattora. Niente a confronto rispetto ai picchi di 700 euro raggiunti nell’agosto 2022. L’aumento di questi giorni tuttavia riporta le quotazioni ‘industriali’ – alle quali poi vanno aggiunti costi di rete e non solo in bolletta – sui massimi da oltre 20 mesi. Il prezzo di oggi è del 50% superiore a quello dello stesso giorno di dodici mesi fa. “Per il gas naturale è importante tenere sotto controllo il sistema degli stoccaggi – ha chiarito il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, all’assemblea pubblica di Proxigas -. Il freddo di queste settimane sta riducendo le scorte con un ritmo che non si vedeva da anni. Siamo tranquilli perché abbiamo accantonate scorte vicine al 90%”.
Per avere una idea di quanto potrebbero salire le bollette, pochi giorni fa è uscita una stima di EnergyUp, società nata dalla partnership tra VeryFastPeople e Illumia: in un condominio medio la tariffa del gas potrebbe aumentare fino al 27% in caso di un inverno rigido. Secondo le simulazioni effettuate, riportate dal sito specializzato luce-gas.it, anche il Pun è destinato a salire fino al 2030, principalmente a causa dell’aumento del prezzo del gas appunto e dei maggiori costi di produzione legati all’acquisto dei permessi per le emissioni di Co2. Per quanto riguarda la bolletta della luce, si prevede un aumento sia dei costi per l’energia stessa sia dei costi di rete, a causa dei necessari potenziamenti della trasmissione e della distribuzione. Nei prossimi anni gli oneri di sistema sono comunque destinati a diminuire, poiché proprio nel 2030 saranno esauriti gli incentivi attualmente destinati agli impianti rinnovabili. La diminuzione dunque potrebbe parzialmente mitigare gli aumenti legati ai costi di produzione e distribuzione, ma non è detto. La base d’asta FER2 per eolico offshore è salita intanto a 185 euro per megawattora. Senza incentivi, il prezzo sarà ancora più alto?