Mutti (Centromarca): “Caro-energia colpisce 99% aziende. 65% Italiani non taglia sul Natale”
Il presidente di Centromarca ha parlato della necessità di una "Europa omogenea" che favorisca sinergie specialmente nei confronti di sfide come la sostenibilità e la concorrenza internazionale.
“Il sistema Paese non è brillante in un’Europa che funziona ancora meno”, ha detto Francesco Mutti, presidente di Centromarca, durante un incontro con la stampa a Milano, sottolineando poi che l’Italia fatica a emergere da sola in un contesto europeo in cui le potenzialità non sono pienamente espresse. “Non possiamo pensare di giocare a un altro gioco se gli Stati Uniti cercano di difendersi dai prodotti cinesi. Come Europa e come Italia, continuiamo a rimanere immobili”, ha aggiunto.
La competizione globale, secondo Mutti, è sempre più complessa. Il presidente di Centromarca ha parlato della necessità di una “Europa omogenea” che favorisca sinergie interne e risposte comuni, specialmente nei confronti di sfide come la sostenibilità e la concorrenza internazionale. “Se mettiamo un po’ di sabbia nelle relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea, mi sembra poco logico”, ha spiegato, sottolineando l’importanza di mantenere buone relazioni con gli alleati per affrontare le crescenti tensioni geopolitiche. Inoltre, ha evidenziato che le politiche europee in ambito ambientale potrebbero rivelarsi controproducenti se non accompagnate da un’azione coordinata su scala globale. “Non possiamo permettere un dumping ambientale da altri Stati”, ha aggiunto, esprimendo preoccupazione per le politiche ambientali troppo restrittive che potrebbero penalizzare le aziende europee senza ottenere risultati concreti a livello internazionale.
Mutti ha anche parlato delle sfide che le imprese italiane devono affrontare, soprattutto in un periodo in cui i costi di produzione sono in aumento. “C’è un muro molto forte delle aziende per non scaricare a valle l’aumento dei costi, ma se l’energia dovesse mantenere un trend crescente, potrebbe impattare sul 99% delle aziende“, ha sintetizzato. Guardando avanti, secondo Mutti ha evidenziato inoltre che “le industrie italiane non saranno mai grandissime, ma non possono rimanere micro-imprese. Dobbiamo fare questo passo. Occorre incentivare aggregazioni e acquisizioni”, ha spiegato, invitando a tracciare rotte strategiche per un futuro più competitivo. A proposito, sul fronte commerciale il presidente di Centromarca ha messo in luce le difficoltà del sistema Paese nel settore dell’export. “Abbiamo 55mila aziende alimentari in Italia, ma oltre il 50% dell’export è fatto solo dal 0,2% delle imprese”, ha osservato, aggiungendo che l’Italia sta perdendo opportunità importanti perché le sue aziende sono troppo piccole per competere efficacemente sui mercati globali.
E in un contesto di incertezze economiche, i consumatori italiani si preparano al Natale con scelte che riflettono una certa attenzione alla qualità e al marchio. Una rilevazione condotta da Swg per Centromarca ha svelato che la maggior parte degli italiani (36%) spenderà principalmente per generi alimentari e bevande, seguiti da abbigliamento (33%) e libri/giochi (32%). Nonostante la debolezza del potere d’acquisto, il 65% degli intervistati prevede comunque di spendere una somma superiore o uguale a quella dello scorso anno per regali e cene. Chi ha un budget più alto si concentrerà soprattutto sull’alimentare (40%) e sulla ricerca della qualità (55%).
E proprio la marca riveste un ruolo fondamentale nelle scelte d’acquisto: per il 43% degli italiani, i prodotti di marca rappresentano un punto di riferimento durante le festività, soprattutto per alimenti (50%), prodotti per la casa (48%) e per la cura della persona (47%). Il 65% dei consumatori è disposto a cercare il prodotto preferito altrove se non lo trova nel negozio abituale, un segno – ha concluso Mutti – del fatto che “il valore del brand è fondamentale, e durante le festività è ancor più visibile”.