“Le incognite e le difficoltà sullo scenario internazionale, che pesano sulle esportazioni di prodotti italiani, sono moltissime. Eppure, nonostante questo l’export italiano ha tenuto anche nel 2024, un anno che, se saremo fortunati, potrebbe chiudere anche con un piccolo segno positivo. Questo testimonia la forza del marchio made in Italy e la qualità dei prodotti italiani: pur di averli, i clienti internazionali sono disposti anche a pagare di più”. Lo dice Matteo Zoppas, presidente di Ice, l’Agenzia governativa per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, intervistato dal Sole 24 Ore. Al quotidiano si dice convinto che l’obiettivo di superare i 700 miliardi di euro di export entro fine legislatura al 2027, annunciato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, sia “opportuno e raggiungibile”.
Per farlo, spiega Zoppas, “abbiamo bacini di potenzialità che possono sbloccarsi a medio termine, tra cui l’automotive, che ora è al centro dell’attenzione in Europa, la moda o la Germania, se dovesse ridurre la propria negatività”. E “ci sono gli elementi positivi, che dovrebbero continuare a crescere, come l’agroalimentare, che quest’anno si aspetta di chiudere attorno ai 70 miliardi. È stimolante anche l’obiettivo dei 100 miliardi posto dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. E poi c’è il settore dell’aerospazio, in cui l’Italia ha grandi eccellenze, ma che oggi esporta appena 7,5 miliardi di euro su un totale globale di 600 miliardi di dollari, che dovrebbe raggiungere i 1.800 miliardi nel 2035. Mantenendo la quota di mercato attuale, arriveremmo a 30-35 miliardi, ma se ottenessimo la quota media che deteniamo negli altri settori tecnologici, potremmo arrivare a 80-100 miliardi”.