Acqua, Cingolani: Errori e degrado della rete ma arrivano i fondi

“La siccità che sta colpendo il nostro Paese dipende da tre anni di costante deficit di precipitazioni, aggravati dall’insufficienza di invasi, dalla loro mancata manutenzione, dal degrado della rete con perdite superiori al 40% e dall’uso di tecniche d’irrigazione agricola poco efficienti. A queste carenze infrastrutturali si aggiunge l’esagerato numero di enti gestori del servizio idrico integrato, che spesso non hanno sufficienti capacità tecniche, gestionali ed economiche. Si tratta di carenze infrastrutturali, gestionali e burocratiche storiche, dovute a decenni di errori. A esse si uniscono ora problemi di natura climatica molto seri. Serve pertanto un intervento molto forte sia a livello emergenziale che infrastrutturale”. Lo scrive su Il Corriere della Sera il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. “Nell’immediato il governo e la Protezione civile stanno lavorando per attivare misure di coordinamento dei troppi enti competenti in materia di acque, allo scopo di garantire una gestione più accurata delle risorse idriche individuando una serie di interventi urgenti (realizzazione di serbatoi e accumuli provvisori, punti di ricarica temporanea dalle falde, impianti di pompaggio e by-pass fra acquedotti), oltre a misure di sostegno per i settori più colpiti. A livello infrastrutturale il governo sta predisponendo un decreto urgente che semplifichi in maniera sostanziale la realizzazione di opere idriche, inclusa la realizzazione di nuovi dissalatori con regole semplificate, il rafforzamento della governance dei servizi idrici integrati, la creazione di un sistema di monitoraggio globale della rete idrica e le nuove regole per il riutilizzo delle acque reflue depurate”, si legge ancora.

Cingolani accenna anche agli interventi che sono stati programmati: “600 milioni di euro in investimenti per la depurazione delle acque reflue da riutilizzarsi in agricoltura e manifattura; 900 milioni di euro per la riparazione, la digitalizzazione e il monitoraggio integrato delle reti idriche in modo da diminuire sostanzialmente le perdite di acqua (i primi bandi sono già partiti); 2 miliardi di euro per nuove infrastrutture idriche primarie (per esempio nuovi invasi) su tutto il territorio nazionale (l’istruttoria è in corso con l’intesa già acquisita da parte della Conferenza unificata); circa 900 milioni di euro per il potenziamento e l’ammodernamento del sistema irriguo nel settore agricolo (bandi in uscita entro fine anno)”.