Acqua, Palermo (Acea): Serve rete idrica unica, una priorità del sistema italiano

“Il tema dell’acqua è sempre più importante, ma non sempre viene percepito come una priorità dal sistema italiano”. Così Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea, in una intervista a La Stampa. Palermo aggiunge: “Il problema non è l’elemento naturale, che effettivamente non manca, ma la sua gestione. I numeri non mentono, c’è un gap di investimenti consistente nel settore. Il 60% delle infrastrutture ha più di 30 anni, un quarto ha oltre 50 anni. Si tratta di ‘autostrade dell’acqua’ che non sono mai state manutenute”. Tutto questo incide, dice Palermo, “il 20% del Pil italiano. Quando parliamo di acqua non dobbiamo pensare solo a quella del rubinetto, ci sono anche il settore agricolo e quello industriale oltre ai consumi legati al mondo dell’energia e della tecnologia”. La constatazione successiva è un invito a fare qualcosa di concreto in tempi stretti: “Gli investimenti annui su infrastrutture idriche in Italia per abitante si attestano a 56 euro contro una media europea di 78 euro. Eppure la manutenzione degli impianti dovrebbe essere costante, peraltro le tecnologie oggi aiutano nel monitoraggio”. Un paradosso italiano per cui “veniamo da generazioni abituate ad avere l’acqua sempre. Si tratta di una risorsa fondamentale che diamo per scontata. E pensare che in Italia paghiamo meno di tutti in Europa”. Spiega ancora Palermo: “L’acqua resta e resterà gratis. Questo è fondamentale sottolinearlo bene. Oggi gli utenti pagano gas ed elettricità e poi il relativo trasporto e stoccaggio. Per l’acqua si paga solo il trasporto, il controllo della qualità della risorsa e la depurazione. Che senso ha che il costo delle infrastrutture idriche non sia riconosciuto in modo adeguato a garantirne la manutenzione? A questo si aggiunge un tema di dimensioni. La struttura delle concessioni è vecchia di 30 anni e prevede la parcellizzazione dei gestori in ambiti territoriali molto piccoli. Ma per fare efficienze in questo settore le economie di scala sono fondamentali. Più grandi sono gli ambiti più si riesce a gestire meglio”.