Un altro pericolo è lo smantellamento del Cufaa, il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei carabinieri, che, in tutte le sue articolazioni, rappresenta unitariamente la più importante polizia ambientale a livello internazionale. Per Legambiente spezzettarla tra diversi ministeri, trasferendola in larga parte al ministero dell’Agricoltura e lasciando a quello dell’Ambiente la dipendenza del solo Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica, come avverrà se venisse approvato il decreto, è un grave errore. I due principali Comandi del Cufaa in termini di personale (Tutela forestale e parchi e Tutela della Biodiversità, con oltre 6.000 unità su 7.000 complessive), svolgono, infatti, attività strettamente collegate alle deleghe assegnate al ministero dell’Ambiente. E i Nipaf (Nuclei investigativi di polizia ambientale e forestale) presenti su tutto il territorio rappresentano, insieme ai Nuclei operativi ecologici, un presidio insostituibile nella prevenzione e repressione della criminalità ambientale e dell’ecomafia. “Con questo decreto – conclude Ciafani – si rischia di cancellare la priorità, nel loro lavoro, della tutela dell’ambiente. Una perdita che il Paese non può permettersi, come dimostrano ogni anno i dati sull’illegalità ambientale pubblicati nel Rapporto Ecomafia, in un periodo storico in cui il Paese dovrà spendere i 220 miliardi di euro del PNRR, evitando nel modo più assoluto i potenziali rischi di illegalità e infiltrazione criminale ed ecomafiosa, già evidenziati da diverse fonti istituzionali”.