Nato unita su garanzie sicurezza Kiev. Ma Russia frena: “Inutile discuterne senza Mosca”

Medvedev mette in chiaro che la Russia non accetterà alcuna presenza di 'peacekeeper' Nato

Ginevra, Budapest, Vienna, Mosca. Sulla sede del faccia a faccia tra Vladimir Putin e Volodomyr Zelensky si brancola nel buio, mentre la Nato lavora alle garanzie di sicurezza per Kiev. Ma la Russia frena.

L’Occidente comprende perfettamente che discutere seriamente di garanzie di sicurezza senza la Russia è utopistico, è una strada che non porta da nessuna parte”, avverte il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, al termine dei colloqui con il suo omologo giordano a Mosca. “Non possiamo accettare che le questioni di sicurezza collettiva siano ora affrontate senza la Russia”, ribadisce, accusando gli europei di compiere “tentativi piuttosto maldestri” per influenzare la posizione del presidente americano Donald Trump sul conflitto. “Per il momento vediamo solo un’escalation aggressiva della situazione e tentativi piuttosto maldestri di cambiare la posizione del presidente degli Stati Uniti”, osserva il capo della diplomazia russa. Per Lavrov, gli europei, per il momento, “stanno solo cercando di mantenere gli Stati Uniti nella corsa agli armamenti” in Ucraina. Il ministro si è tuttavia rallegrato che “questa posizione totalmente avventurista, conflittuale e bellicista non trovi alcun eco nell’attuale amministrazione americana”, che secondo lui si sta sforzando di “contribuire ad eliminare le cause profonde del conflitto”.

La Russia considera l’espansione della Nato ai suoi confini come una minaccia esistenziale e la volontà dell’Ucraina di aderire all’alleanza militare occidentale è uno dei motivi che hanno spinto il Cremlino a inviare le sue truppe all’assalto del Paese nel febbraio 2022. Mosca respinge anche qualsiasi dispiegamento di un contingente militare europeo in Ucraina dopo la conclusione della pace, come proposto da diversi paesi dell’UE, tra cui la Francia. L’Ucraina insiste invece per ottenere solide garanzie di sicurezza dai suoi alleati per dissuadere la Russia dall’invadere nuovamente il paese in caso di pace. Lavrov ribadisce che qualsiasi incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky deve essere “preparato con la massima cura” affinché tale vertice “non si concluda con un deterioramento della situazione”.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitrij Medvedev, mette in chiaro che la Russia non accetterà alcuna presenza di truppe Nato in Ucraina sotto le spoglie di “forze di pace”. E sul presidente francese Emmanuel Macron, attacca: “Il gallo gallico senza cervello non può in alcun modo rinunciare all’idea di inviare truppe in Ucraina. È stato detto chiaramente: nessuna truppa Nato come forza di pace. La Russia non accetterà tali ‘garanzie di sicurezza’. Ma il gallo rauco e patetico continua a cantare, dimostrando di essere il re del pollaio”.

Intanto, al termine della riunione del Comitato per discutere degli ultimi sviluppi nei negoziati, il presidente del Comitato militare della Nato, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, parla di una discussione “ottima e franca” tra i capi di Stato maggiore. “Siamo uniti e questa unità è stata davvero tangibile oggi, come sempre”, riferisce, confermando il sostegno a Kiev. La priorità, assicura, “rimane una pace giusta, credibile e duratura”.