Aspi punta alla ‘Net Zero’ per salvaguardare il pianeta

Autostrade per l'Italia ha presentato in assemblea il suo bilancio di Sostenibilità. L'obiettivo del Gruppo è la 'Net Zero' utilizzando le rinnovabili, il riciclo e promuovendo progetti di riqualificazione

Rispetto dell’ambiente, utilizzo sostenibile delle risorse naturali, abbattimento delle emissioni di gas serra. Sono solo alcuni degli obiettivi che Autostrade per l’Italia si pone nel bilancio di Sostenibilità presentato in assemblea, un compendio di impegni e risultati sui temi ecologici, sociali e di governance.

Il Gruppo punta al ‘Net Zero’ e procede sulla via della decarbonizzazione, in linea con gli obiettivi per il contenimento del riscaldamento globale a 1,5° rispetto ai livelli preindustriali entro il 2050.
Come? Utilizzando le rinnovabili, cambiando il parco auto, promuovendo progetti di riqualificazione ambientale, gestendo in maniera virtuosa il ciclo dei rifiuti.

Punta di diamante delle attività sostenibili è proprio il riciclo. Nel 2021, considerando l’intero perimetro, i rifiuti prodotti sono stati circa 671mila tonnellate, con una percentuale di recupero/riciclo totale pari al 93%. Un risultato sorprendente, raggiunto grazie soprattutto all’applicazione da parte di Pavimental dei principi dell’economia circolare nel recupero del fresato.
Oltre 4mila (4.273) sono le misure di monitoraggio ambientale adottate nel 2021. A partire dal 2010, sono stati riutilizzati oltre 33,5 milioni di metri cubi di terre e rocce da scavo per gli appalti legati al piano di investimenti. Autostrade assicura poi la gestione degli scarichi, sia per i fabbricati che per le acque meteoriche dei piazzali delle Aree di Servizio. Inoltre, sono previste modalità operative per la prevenzione della contaminazione delle acque meteoriche. I consumi idrici, sia da acquedotto che da acque sotterranee tramite pozzi, sono oggetto di costante monitoraggio e rilevamento periodico. I prelievi idrici del Gruppo nel 2021 sono pari a 2.007 mega litri.

Quanto ai consumi energetici, i principali vettori del Gruppo per quantità consumata sono l’elettrica, pari al 57% dei consumi totali e il gasolio, pari al 28%. È in fase di implementazione il programma di parziale sostituzione del parco auto (veicoli leggeri) con vetture elettriche e ibride per circa un terzo della flotta aziendale. Il progetto ‘gasolio free’ prevede però anche la graduale sostituzione delle caldaie a gasolio con nuovi impianti alimentati con pompe di calore o con vettore energetico a basso impatto ambientale.

Investimento importante, da oltre 23 milioni di euro, è quello sul programma per la regolazione della luminosità degli impianti, sostituendo l’illuminazione permanente con illuminazione a LED nelle stazioni e in galleria e quella delle torri faro con apparecchi illuminanti a ottica più performante. Efficientamento energetico su altre 450 gallerie della rete, per un risparmio di circa 10 GWh/anno. Da oltre un decennio, Aspi è impegnata nella produzione di energia da fonti rinnovabili e, ad oggi, può contare su 164 impianti fotovoltaici in esercizio, per una potenza complessiva installata di 10,8 MWp e un’energia elettrica prodotta di circa 12 GWh/anno, di cui il 40% in autoconsumo diretto in sito. La Società ha anche realizzato impianti per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili a servizio degli edifici (solare termico), in grado di garantire una produzione media maggiore di 400 MWh/anno. Nel corso nel 2021, circa l’87% del fabbisogno elettrico del gruppo è stato coperto da fonti rinnovabili certificate ed è previsto, entro il 2023, l’adeguamento “green” dei contratti di fornitura di energia elettrica per tutte le Società.

Nel piano, c’è un interessante progetto di “ripopolamento verde” (l’investimento è da 9,5 milioni) per la riqualificazione delle aree in concessione su 94 siti, per un totale di circa 150 ettari di spazi inutilizzati nelle aree di servizio, limitrofe a svincoli, stazioni di esazione e carreggiate autostradali. Il progetto si estende su 12 regioni (29 province e 79 comuni), con una prevalenza nel Centro Sud e nelle aree di confine tra Lombardia e Piemonte.