Bernardi (Fassa Bortolo): “Calce cattura Co2, elemento chiave nella transizione”

L'intervista al responsabile ambiente e sicurezza dell'azienda leader del settore.

Photocredit: Ufficio Stampa Fassa Bortolo

Fassa Bortolo affonda le proprie radici nella calce fin dal 1710. Spesso considerata “invisibile”, la calce ha una lunga storia che risale all’antichità, con Greci e Romani che già ne conoscevano le proprietà e i molteplici campi d’impiego. La sua versatilità è ciò che le fa trovare applicazione in numerosi settori come la siderurgia, l’ecologia, l’agricoltura, la zootecnia fino all’industria chimica, alle opere stradali e alle molte applicazioni ambientali. Solo per una minima parte viene impiegata anche nel comparto edile come componente per migliorare le prestazioni dei materiali. La sua adattabilità e le sue molteplici applicazioni la rendono un elemento fondamentale per sostenere l’economia circolare, la sostenibilità e la bioarchitettura. Per questo secondo Lorenzo Bernardi, responsabile ambiente e sicurezza di Fassa Bortolo, la calce svolgerà un ruolo chiave nella transizione energetica.

Dottor Bernardi, quanto è sostenibile la vostra calce?
“La calce prodotta da Fassa Bortolo dimostra un alto livello di sostenibilità grazie alla sua capacità intrinseca di catturare la CO2, rendendola un prodotto ecologico per natura. La calce agisce come un deposito naturale per il carbonio, il che significa che è in grado di assorbire e trattenere la CO2 presente nell’atmosfera. Un importante indicatore di sostenibilità per la calce è il “tasso di carbonatazione”, che rappresenta la percentuale di CO2 catturata rispetto alla quantità di CO2 emessa durante il processo di produzione della calce stessa. Durante il ciclo di vita dei prodotti in cui viene utilizzata la calce, questa è in grado di catturare CO2 dall’atmosfera, invertendo sostanzialmente la reazione attraverso cui la calce viene originariamente prodotta dal calcare. Fassa Bortolo ha compiuto sforzi significativi nello sviluppo di prodotti e tecnologie mirate a massimizzare il tasso di carbonatazione. Questi sforzi includono il miglioramento del contatto tra la calce e la CO2, sia aumentando la superficie di contatto sia aumentando la concentrazione di CO2, oltre a regolare la pressione e il tempo di reazione. Inoltre, il gruppo Fassa ha investito nella ricerca per aumentare l’efficienza dei processi, ottimizzare il rapporto tra calce e reagenti, ridurre le impurità e controllare fattori come l’umidità relativa, l’acidità e la temperatura durante la reazione di produzione della calce”.

 Come viene prodotta?
“Il processo di produzione inizia con l’estrazione del calcare dalle cave o da depositi naturali. Il calcare è la materia prima principale per la produzione della calce e si presenta sotto forma di rocce o sedimenti contenenti carbonato di calcio. Una volta estratto, il calcare viene sottoposto a diverse fasi di lavorazione e trasformazione. Innanzitutto, la roccia di calcare grezza viene frantumata e ridotta in piccoli frammenti per facilitare la successiva lavorazione. Successivamente, il calcare frantumato viene riscaldato in forni speciali in un processo noto come calcinazione”.

Come sono alimentati i forni per la produzione della calce?
“L’azienda ha abbracciato l’uso di combustibili sostenibili, implementando gli impianti produttivi con tecnologie in grado di alimentare i forni con biomasse. Attualmente, in Europa, circa l’11% degli impianti di produzione di calce sono alimentati a biomassa. Nel caso specifico di Fassa Bortolo, che è il secondo produttore italiano di calce, l’azienda si distingue per essere l’unica azienda multi-sito in Italia che produce calce senza utilizzare combustibili di origine fossile”.

 Fassa Bortolo si definisce una azienda sostenibile, in un settore – quello edilizio – che dovrà affrontare ingenti investimenti per arrivare ad abbattere le emissioni. In cosa consiste la vostra visione sostenibile?
“Nel settore edilizio, Fassa Bortolo si impegna a utilizzare sempre di più materiali provenienti dal riciclo e dal recupero di scarti, anche provenienti da altre filiere industriali. L’Italia ha un primato nel riciclo dei rifiuti, superando la media dell’Unione Europea e molti grandi Paesi europei. Sfruttando questa componente di materia derivante dal ciclo nazionale dei rifiuti, oltre ai materiali recuperati internamente e quelli importati, l’industria italiana raggiunge un tasso di circolarità di circa il 50%”.

Oltre all’uso di biomasse nei forni, quali altre azioni di economia circolare sono entrate a far parte del vostro processo produttivo?
“L’economia circolare è di fondamentale importanza nel processo produttivo di Fassa Bortolo. La ricerca e l’adozione di materiali di recupero al posto delle materie prime naturali provenienti da attività estrattive rappresentano un elemento chiave della visione di economia circolare di Fassa Bortolo. L’azienda cerca di utilizzare materiali provenienti da scarti edili, come le macerie da cantiere o il recupero delle lastre di cartongesso, per dare una seconda vita a tali materiali, riducendo così l’utilizzo di risorse naturali”.

La tecnologia potrà migliorare, ovvero rendere decarbonizzati, i prodotti per l’edilizia?
“Negli ultimi anni, numerosi studi hanno esplorato le potenzialità della calce come strumento per la cattura intenzionale della CO2, e Fassa Bortolo, come membro attivo dell’Associazione Europea della Calce, ha partecipato a queste iniziative. Uno in particolare ha rivelato che una considerevole percentuale della CO2 emessa durante la produzione della calce viene catturata tramite carbonatazione durante varie applicazioni, come la produzione di ferro e acciaio e il trattamento degli effluenti gassosi. Tuttavia, per massimizzare la sostenibilità dell’intero settore, Fassa Bortolo ha effettuato ulteriori studi volti ad aumentare il tasso di carbonatazione attraverso la cosiddetta “carbonatazione forzata”. Questo processo può essere ottenuto massimizzando il contatto tra la calce e la CO2, sia aumentando la superficie di contatto sia aumentando la concentrazione di CO2, oltre a regolare la pressione e il tempo di reazione. Inoltre, migliorare l’efficienza dei processi, regolare il rapporto tra calce e reagenti e ridurre le impurità, insieme al controllo dell’umidità relativa, dell’acidità e della temperatura della reazione, possono contribuire a ottimizzare il tasso di carbonatazione. L’utilizzo combinato di tecniche di carbonatazione naturali e forzate può raggiungere una compensazione media del 40% delle emissioni di CO2 durante il processo di produzione della calce. Questo dato è significativo poiché la cattura di CO2 attraverso la carbonatazione è un processo permanente, contribuendo in modo continuo e duraturo alla riduzione delle emissioni di CO2″.

Tornando sull’edilizia, il 12 ottobre si discuterà in Europa della famosa direttiva ‘case green’. Come prevedete l’evoluzione del settore? Serviranno ingenti bonus?
“Il settore edilizio sta affrontando una sfida importante per diventare più sostenibile e ridurre il suo impatto ambientale. La futura introduzione della famosa direttiva ‘case green’ sarà un passo significativo verso la promozione della sostenibilità diffusa nel settore. Il patrimonio immobiliare attuale è responsabile di una parte considerevole del consumo di energia e delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea. Tuttavia, l’evoluzione tecnologica promette di apportare significativi miglioramenti, permettendo di adottare pratiche più sostenibili a ogni fase produttiva, dalla gestione delle materie prime al recupero dei materiali, fino all’autoproduzione di energia elettrica e l’uso di tecnologie a idrogeno per la combustione e il trasporto. In questo contesto, ripeto, la calce si rivela un elemento chiave nella lotta contro il cambiamento climatico. La sua capacità di catturare CO2 rappresenta una risorsa preziosa nell’obiettivo di raggiungere la neutralità delle emissioni carboniche”.