Boom solare aumenta costi operatori: da Olanda ad Australia spunta tassa pannelli

La proliferazione di pannelli, con famiglie-produttrici, sta diventando un costo per le società che raccolgono la poca energia in eccesso generata durante le ore di luce.

I prezzi all’ingrosso dell’energia rimarranno pari o superiori ai livelli storicamente elevati di 100 euro per megawattora prima di scendere considerevolmente a partire dal 2026, quando l’eolico e il solare inizieranno a dominare il mix energetico. E’ quanto emerge da uno studio-analisi di S&P Global Ratings. La gestione della transizione energetica da parte dei produttori di energia si dovrà quindi concentrare su decisioni che bilancino gli investimenti nelle energie rinnovabili, la creazione di margine finanziario e i rendimenti degli investitori, sottolinea lo studio. La portata della crescita delle energie rinnovabili in Europa sarà “sconcertante”, continua l’analisi di S&P. Nel periodo 2021-2030, la capacità eolica e solare probabilmente triplicherà, arrivando rispettivamente a circa 780 TWh e 370 TWh, aggiungendo un totale di circa 730 TWh di produzione, equivalente al consumo combinato di elettricità di Regno Unito, Italia e Spagna nel 2021. A parità di condizioni, la crescita “sommergerebbe i mercati energetici europei“.

In alcuni Paesi il boom del solare sta creando già grattacapi agli operatori, alle prese con cambiamenti del business mai sperimentati prima. Fino a pochi anni fa il gas dominava la produzione elettrica europea, ma la proliferazione di pannelli solari soprattutto, con famiglie-produttrici, sta diventando un costo per le società che devono raccogliere la poca energia in eccesso generata durante le ore di luce, smistarla nella rete, ma contestualmente garantire elettricità alle stesse case con pannelli quando arriva il buio.

E’ il caso dell‘Olanda. Secondo quanto riporta Rtl Nieuws chi ha dei pannelli solari sul tetto improvvisamente non può più stipulare con molti fornitori di energia contratti pluriennali a prezzo fisso, da Essent ed Eneco. Il mese scorso Vandebron aveva già annunciato che imporrà una tassa sui clienti che forniscono energia alla rete, cosa che quasi tutti fanno con i pannelli solari perchè in una giornata soleggiata non è sempre possibile utilizzare immediatamente tutta l’elettricità generata. I fornitori di energia sono in massa stanchi dell’energia solare restituita. Questa fornitura irregolare da parte delle famiglie alla rete elettrica rende difficile mantenere la rete in equilibrio, sottolinea Rtl Nieuws. Se viene fornita troppa energia, la centrale elettrica deve essere spenta altrove o funzionare meno intensamente. Costi di squilibrio, li chiamano. Invece di distribuire tali costi su tutti i clienti, Vandebron ha così deciso di trasferire tali costi aggiuntivi alle persone dotate di pannelli solari. Anche gli altri partiti sembrano ora prepararsi a questo. Innanzitutto cancellando provvisoriamente i contratti per tre anni. “Come altri fornitori, per il momento non offriamo alle famiglie con pannelli solari un contratto a tempo indeterminato con una durata di tre anni“, ha detto un portavoce dell’Eneco a Rtl Nieuws.

Il tema è lo scambio solare sul posto, cioè il meccanismo che consente di immettere l’eventuale eccesso di energia prodotta da un impianto fotovoltaico nella rete elettrica, per poterne poi usufruire nei momenti in cui c’è maggiore richiesta ma meno produzione. Si tratta di un’agevolazione statale, in cui l’impianto fotovoltaico con scambio sul posto permette di compensare le fasi in cui non si può generare energia fotovoltaica – come appunto di notte – con l’obiettivo di sostenere concretamente il meccanismo di autoconsumo. Ecco, lo scambio solare netto rischia di essere gradualmente eliminato nei mercati in cui la penetrazione del solare sui tetti è elevata. Sempre in Olanda, a febbraio, la Camera ha votato per eliminare infatti gradualmente il sistema. In California, un altro mercato con un’elevata penetrazione dell’energia solare sui tetti, le norme esistenti sullo scambio netto saranno presto sostituite con un modello di pagamento meno redditizio per i generatori solari. In Australia, dal 2024 sarà introdotta una cosiddetta “tassa solare”, che addebita ai generatori fotovoltaici l’esportazione di energia solare nella rete nei momenti in cui non è necessaria, come in un pomeriggio soleggiato quando la domanda è bassa.
Succederà nei prossimi anni anche in Italia?