“I risultati emersi dal rapporto di Greenpeace sull’inquinamento da Pfas ci lasciano alquanto sconcertati. La presenza di quelli che vengono chiamati ‘inquinanti eterni’ nelle acque potabili di diversi comuni lombardi porta di nuovo alla luce una grave problematica che, non essendo né regolamentata né monitorata, rischia di mettere in serio rischio l’ambiente e la salute dei cittadini. Che serva una norma nazionale per limitare la dispersione nell’ambiente di questi inquinanti chimici e tutelare la salute della popolazione lo diciamo da quando ci siamo insediati nelle aule parlamentari”. Così in una nota i parlamentari del Movimento 5 Stelle nelle Commissioni Ambiente di Camera e Senato, Ilaria Fontana, Patty L’Abbate, Daniela Morfino, Agostino Santillo, Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi e Antonio Trevisi. “È inconcepibile apprendere che la maggior parte dei campioni raccolti da Greenpeace e risultati contaminati provengano dalle fontanelle pubbliche nei parchi giochi o nei pressi di scuole primarie, addirittura alcuni di essi superano il limite che la Direttiva europea del 2020 ha fissato a 100 nanogrammi per litro – proseguono -. In Veneto, la zona rossa d’Italia per quanto riguarda i PFAS, da anni i cittadini sono costretti ad affrontare gravi problemi sanitari e ambientali a causa della contaminazione delle acque, tra infertilità maschile, malattie metaboliche, interferenze con la riproduttività delle donne e facile insorgenza di tumori. Oggi l’attenzione è sulla vicina Lombardia. Non è più possibile far finta di niente e non porsi il problema. Continueremo a lavorare affinché si arrivi con urgenza a normare i PFAS a livello nazionale e a poterli monitorare a livello regionale”.