Acqua, S&P: Il rischio idrico può pesare su conti e rating delle Regioni

S&P Global Rating ha sviluppato un’analisi sul possibile impatto della carenza di acqua sui bilanci e quindi sul rating delle Regioni, sia in Italia che in Spagna. Lo riporta il Sole 24 Ore che sottolinea come l’attenzione dell’agenzia internazionale è stata attirata non soltanto dall’inevitabile peggioramento della situazione dovuto ai cambiamenti climatici, ma anche perché in questi due Paesi sta aumentando la pressione turistica e, limitatamente per la Spagna, anche la popolazione. S&P rileva come l’incidenza tra acqua dispersa e quella immessa in rete nel Belpaese raggiunge il 42%, con picchi del 66% in Regioni come la Basilicata, a causa dell’obsolescenza delle infrastrutture, che soprattutto al Sud hanno più di 30 anni. L’agenzia ha misurato l’esposizione delle Regioni al rischio di carenza idrica con il Water Stress Index che in Basilicata raggiunge il livello massimo del 100%, alla stregua della Puglia. Tra il 95 e il 99% sono Sardegna, Campania, Umbria, Lazio, Molise, Calabria e Abruzzo; queste Regioni presentano anche un alto un tasso di dispersione dell’acqua, che oscilla tra il 41 e il 66 per cento, con i picchi di Basilicata e Abruzzo (63%).

“Il peggioramento della crisi idrica, il suo ripresentarsi nel tempo a fronte di un consumo più intensivo, di risorse più limitate e investimenti tavolta insufficienti al miglioramento delle infrastrutture può avere un impatto sull’economia locale e indirettamente sul gettito fiscale» delle Regioni. Interventi di emergenza, peraltro, possono costare per i bilanci regionali di più rispetto a investimenti programmati e costanti nel tempo. Per S&P l’impatto di questo fenomeno sarà graduale e potrebbe avere nel medio-lungo termine effetti sul merito di credito delle Regioni”, osserva Alejandro Rodriguez Anglada, primary credit analysts di S&P, che assieme a Riccardo Bellesia ha diretto il report “Spain’s and Italy’s water networks are thirsty for investment”.