Agricoltura, Lollobrigida: Con il Coltiva Italia 1 mld in più rafforzare il settore

“Puntiamo a rafforzare ulteriormente il settore primario, per garantire produzioni di qualità, ridurre la dipendenza dall’estero in alcuni settori ed al tempo stesso garantire la manutenzione del territorio di cui gli agricoltori sono dei veri e propri custodi per porre un argine importante al dissesto idrogeologico, agli effetti del cambio climatico ed allo spopolamento delle aree interne. Il “Coltiva Italia” è un investimento di carattere strategico ancor più utile alla luce degli eventi geopolitici che stanno contraddistinguendo questa epoca e nella quale tornano ad essere necessarie catene di approvvigionamento certe proprio a partire dal settore alimentare”. Così Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura. Nell’intervista a La Stampa spiega come verrà investito il miliardo stanziato: “Trecento milioni vanno al Fondo di sovranità alimentare che serve a sostenere in maniera flessibile le filiere italiane che in certe situazioni possono presentare delle difficoltà, come è successo in passato per le pere o il grano tenero. Poi altri 300 milioni servono a sostenere il settore delle carni rosse per il quale siamo fortemente dipendenti dall’estero. Puntiamo sia a produrre più vitelli da ingrasso, e a ridurre così il nostro deficit produttivo che oggi supera il 50%, sia a ripopolare alcune aree di collina e montagna dove si possono sviluppare gli allevamenti. Il terzo investimento importante di 300 milioni è invece sul settore olivicolo e punta ad aumentare la produzione”. E ancora: “Altri 150 milioni sono destinati al ricambio generazionale con interventi in favore dell’imprenditoria giovanile, sia nel rapporto con gli istituti di credito sia nella messa a disposizione dei giovani agricoltori (18-41 anni) di 8,500 ettari di terre che sono nelle disponibilità dell’Ismea e dei tanti terreni abbandonati che intendiamo recuperare. Con altri 13,5 milioni finanziamo la ricerca assumendo nuovi ricercatori al Crea ed infine con un credito di imposta variabile dal 20 al 40% puntiamo ad incentivare la stipula di contratti di filiera di lunga durata per stabilizzare i prezzi ed i rapporti tra produttori e imprese di trasformazione”.