“Il sistema alimentare dovrebbe essere sottoposto a un governo etico, non economico o finanziario: riguarda il diritto alla vita. Nel Sud del mondo 800 milioni di persone non hanno accesso al cibo, nel Nord ne muoiono milioni per regimi sbilanciati. Il prezzo è deciso nelle Borse e gli anelli più forti della filiera impongono le regole ai contadini. Bisogna sostenere l’agricoltura migliore, che tutela la biodiversità e rigenera i suoli”. Così, Barbara Nappini, appena riconfermata presidente di Slow Food Italia. In un colloquio con La Stampa dice: “Oggi si discute di una Pac che prevede un taglio del 22% alle risorse per l’agricoltura. L’Europa ha marginalizzato la produzione alimentare a favore degli armamenti. Più fucili e meno agricoltura, soprattutto quella migliore. Infatti i primi tagli, in un contesto di contrazione dei fondi, riguardano gli impegni obbligatori per clima e ambiente. L’Ue si candida a favorire politiche di guerra invece che costruire un sistema alimentare sostenibile in una crisi ambientale senza precedenti. In Italia stiamo fronteggiando una drammatica perdita di biodiversità e un consumo di suolo insostenibile nelle pianure, mentre colline e montagne soffrono l’abbandono. Il dissesto idrogeologico è cronaca ordinaria”. Nappini prosegue sul tema Europa e sulle aspettative per il futuro: “Politiche che non guardino con rassegnazione all’Agenda 2030 e che non rinneghino il Green Deal. La sovranità alimentare parte dal diritto delle popolazioni di decidere come nutrirsi e che agricoltura praticare. Quanto è necessario per le persone poter accedere a un cibo di qualità, nutriente, che non ammala ma cura, senza residui tossici, la cui produzione non ha implicato sfruttamento né danneggiato il Pianeta? La strada esiste: è l’agroecologia. Servono decisioni che sostengano i contadini in questa transizione”.