Ambiente, Bergamaschi (Ecco): Clima a rischio, Trump piccona e l’Europa che fa?

“Il discorso contro il cambiamento climatico di Trump all’Onu conferma l’isolamento americano sullo scacchiere internazionale. Tutti i grandi blocchi geopolitici, dall’Europa alla Cina, dal Brasile alle economie africane e asiatiche, hanno annunciato nuovi impegni per il clima. Seppur essi non siano ancora sufficienti per limitare il cambiamento climatico a livelli più sicuri, la trasformazione dell’economia è irreversibile”. Lo scrive in un suo intervento su Il Corriere della Sera, Luca Bergamaschi, co-fondatore di Ecco, think tank italiano per il clima. “Per l’Europa fare eco a Trump significherebbe rinunciare alla propria autonomia strategica. Oggi tale autonomia passa non solo dall’integrazione dei sistemi di difesa (più efficiente di una spesa militare scoordinata tra 27 Paesi, come proposto dalla Commissione) ma anche dalla capacità di riprendere il controllo sull’energia. L’opposto delle promesse europee di importazione di gas e petrolio americani”, si legge ancora. E poi. “L’autonomia, per una regione povera di risorse fossili, si può raggiungere solo pianificando l’uscita dalla dipendenza delle importazioni delle stesse, attraverso l’impiego di risorse rinnovabili, l’efficienza energetica e l’elettrificazione di processi e consumi. Questo a patto che tale transizione sia accompagnata da due ordini di politiche. Da un lato riforme fiscali ridistributive, regolatorie e di mercato, per consentire che i benefici dell’elettricità da rinnovabili e dell’efficienza diventino beni pubblici accessibili a tutte le fasce sociali e a tutte le diverse tipologie di impresa. Dall’altro politiche industriali e commerciali che permettano un bilanciamento tra produzione domestica e accesso ai mercati globali, i quali, dovrebbero sottostare a nuove regole comuni definite tra i blocchi geopolitici, con l’obiettivo di assicurare benefici reciproci”.