“Eventi naturali estremi e cambiamenti climatici stanno cambiando il paesaggio di Alpi meridionali ed Europa centrale. Sul versante italiano, partendo dal Nordest, a quote medie e basse l’abete rosso è in estinzione: rare abetaie resisteranno oltre i 1.500 metri. È uno sconvolgimento rapido e senza precedenti: le conseguenze ambientali, economiche e sociali sono enormi. Servono risorse adeguate e azioni comuni per evitare una catastrofe anche per l’uomo”. Lo dice, intervistato da Repubblica, Andrea Battisti, entomologo alla guida del dipartimento della Scuola di agraria dell’Università di Padova. Battisti è lo scienziato di riferimento per Italia e Ue nello studio del bostrico, il coleottero che sta distruggendo le peccete europee. L’evento scatenante, spiega, “è stata la tempesta Vaia: nell’ottobre 2018, in una notte, il vento ha abbattuto 40 mila ettari di foreste. Sono seguiti inverni miti e asciutti, estati roventi e una siccità inedita. L’infestazione del bostrico, che attacca le piante più vecchie e più fragili, è esplosa”.
Gli abeti morti, dice Battisti, “sono già 20 milioni: in base alle stime di temperature e precipitazioni medie, entro 4-5 anni le cifre dovrebbero quadruplicare”. Ecco allora che di fronte “all’accelerazione vertiginosa” del surriscaldamento climatico, “abbiamo il dovere di tentare, aumentando la pressione a favore di un reale contrasto alla distruzione della natura. Servono investimenti, azioni comuni e pianificazione: se falliamo, i colpevoli siamo noi”.