Serve “la strategia del buon senso”. Per letizia Moratti è questo il metodo migliore per muoversi all’interno della transizione green che sarà ancora al centro della prossima legislatura europea. “Se si vuole mantenere un sistema industriale competitivo e sostenibile anche in termini di posti di lavoro dobbiamo essere pragmatici, evitare un approccio ideologico come quello portato avanti dall’ex presidente della Commissione Frans Timmermans e da Pse e Renew Europe. Qualcosa la stiamo già vedendo in questi ultimi mesi ma è ancora troppo poco”, spiega l’ex ministra in un colloquio con il Sole 24 Ore. Moratti poi aggiunge sulla transizione energetica: “È in corso una profonda riflessione sui tempi per attuarla in relazione al contesto in cui ci si muove. Decidere che di qui a pochi anni le auto dovranno essere solo elettriche significa tagliare migliaia di posti di lavoro che al momento non possono essere sostituiti. Questo ha un costo, non solo economico in termini di Pil, ma anche sociale, enorme e non se ne può non tener conto. E peraltro il tema non è circoscritto all’auto ma coinvolge tutti i settori: dall’alimentare alla siderurgia o al packaging e in generale alla gomma-plastica. L’Italia dopo essere divenuta il Paese leader nel riciclo e nella raccolta differenziata ora rischia di vedere compromessa pesantemente l’intera filiera dall’ultimo regolamento europeo. Se dunque non calibriamo con molta attenzione le nostre decisioni il rischio concreto che corriamo è di esportare posti di lavoro e importare C02”