Stanno per aprirsi nella Ue nuovi capitoli legislativi per il 2024, tra cui il regolamento 2023/2631 sui green bond e il 2023/1115, contro la deforestazione. “Il primo vuole stabilire una serie di requisiti uniformi per le obbligazioni emesse da imprese finanziarie e non e da emittenti sovrani che desiderano avvalersi della denominazione ‘obbligazione verde europea (EuGB)’, oltre a istituire un sistema per registrare e monitorare i verificatori esterni di obbligazioni verdi europee, così da evitare pratiche di greenwashing”, spiegano Gianandrea Rizzieri, senior partner di Gitti & Partners, e Roberta Talone senior associate al Sole 24 Ore. “La mancanza di definizioni comuni impediva infatti agli investitori di individuare facilmente le obbligazioni i cui proventi sono allineati con gli obiettivi stabiliti dall’accordo di Parigi, e di fatto frenava la fiducia nelle stesse, rendendo difficile confrontarle con gli obiettivi ambientali promossi o utilizzarle per trasferire le proprie attività verso modelli aziendali più ecosostenibili”.
Nel caso della deforestazione, Il regolamento prevede che sette materie prime – bovini, cacao, caffè, palma da olio, gomma, soia e legno – e i prodotti da queste derivate, possano essere commercializzate a condizione che non siano stati utilizzati per produrli terreni oggetto di deforestazione a far data dal 31 dicembre 2020; che siano stati prodotte nel rispetto della legislazione del Paese di produzione; che siano oggetto di una dichiarazione di conformità ai requisiti del regolamento. “Si impongono obblighi di verifica sui prodotti sia per gli operatori che li immettono sul mercato e li esportano sia ai commercianti, comprese le grandi aziende con più di 250 dipendenti e con un fatturato superiore a 50 milioni di euro. Anche le Pmi sono tenute a mettere a disposizione sul mercato i prodotti interessati solo se in possesso delle informazioni richieste dal regolamento, da raccogliere e conservare per cinque anni”, spiega Rizzieri a Il Sole 24 Ore.