“La corruzione è forse il reato che più di tutti si è evoluto per effetto delle dinamiche globali, moltiplicando soggetti e schemi formali, superando i confini nazionali e sfruttando ogni risorsa tecnologica, a partire dalle criptovalute”. Lo scrive il presidente di Anac Giuseppe Busìa, nella Relazione annuale al Parlamento. “In una crescente commistione di ruoli, l’affarismo corruttivo si insinua nella stessa formulazione delle regole – continua – . Fino ai casi estremi di ‘cattura dello Stato’, quando la corruzione diviene così sistemica che gli interessi privati determinano a proprio vantaggio i processi decisionali pubblici. E ciò diviene ancora più rischioso nel momento in cui alcuni giganti economici hanno acquisito dimensioni anche superiori a quelle di tanti Stati e fondano il loro potere su tecnologie di per sé in grado di influenzare le opinioni pubbliche. In questo oceano di pericoli, l’Unione europea appare più che mai come il faro cui tendere, non più solo spazio di cooperazione economica ma, in misura crescente, luogo di tutela dei diritti e presidio di democrazia”