“La Commissione europea ha ragione a preoccuparsi della competitività dell’Ue come polo manifatturiero e delle sfide poste dai produttori cinesi, ma le tariffe possono fornire solo una tregua temporanea e comportano il rischio di ritorsioni. Il commercio globale richiede condizioni di parità e può richiedere misure correttive. Tuttavia, il protezionismo non può essere la risposta per ripristinare la competitività europea. Sono necessari sforzi consolidati per rendere l’Ue nuovamente attraente per gli investimenti”. Lo ha dichiarato Benjamin Krieger, segretario generale del Clepa (European Association of Automotive Suppliers) commentando la decisione provvisoria della Commissione europea di aumentare le tariffe sui veicoli elettrici a batteria (Bev) prodotti in Cina ed esportati nell’Unione europea. L’associazione ha ricordato che il mercato automobilistico cinese rappresenta un terzo dell’industria globale e molti fornitori europei forniscono componenti e sistemi a case automobilistiche internazionali e cinesi. “Anche i Bev costruiti in Cina spesso incorporano molti componenti e tecnologie prodotti da fornitori europei”, sottolinea Clepa. “La sfida principale dell’Europa non è la mancanza di capacità innovativa, ma piuttosto i costi energetici elevati, l’incoerenza normativa e l’accesso limitato al capitale e ai finanziamenti pubblici, che portano sempre più spesso a produrre le innovazioni all’estero. Invece di affidarsi a misure protezionistiche che potrebbero ostacolare l’accesso delle imprese europee a mercati cruciali, i responsabili politici dell’Ue dovrebbero concentrarsi sul rendere l’Ue più competitiva”, evidenzia in conclusione l’associazione.