“La decisione della Commissione europea di introdurre maggiore flessibilità sugli obiettivi per il settore automobilistico va nella direzione da sempre auspicata dall’Italia. L’apertura ai motori tradizionali e ai biocarburanti anche dopo il 2035 è un primo passo che rappresenta una scelta di buon senso per difendere un comparto produttivo strategico per l’Europa, da cui dipendono 13 milioni di lavoratori e le loro famiglie, oltre a intere filiere industriali. L’automotive vale circa il 7% del PIL europeo: non si può sacrificare un settore di queste dimensioni sull’altare di scelte ideologiche e irrealistiche. Non smetteremo di ripetere che la transizione ecologica si realizza accompagnando imprese e cittadini, non imponendo divieti o obiettivi fissati senza tenere conto della realtà industriale e sociale. L’Italia continuerà a battersi in Europa per la neutralità tecnologica e per politiche ambientali che tengano insieme sostenibilità, crescita e lavoro”. Così, in una nota, Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei.