“Mercedes non ha fatto un’inversione a U sull’elettrico: quello è l’obiettivo senza se e senza ma. Però sui tempi, come avevamo detto anche cinque anni fa presentando il piano verso la transizione, dobbiamo adattarci al mercato”. Lo dice il ceo del gruppo Mercedes-Benz, Ola Källenius. Come riporta Repubblica, il numero uno della casa tedesca aggiunge: “Non stiamo facendo un’inversione a U e che siamo assolutamente e pienamente impegnati per un futuro a zero emissioni senza se e senza ma. Quando abbiamo dato il via alla prima generazione di veicoli elettrici e abbiamo annunciato al mondo il piano e la traiettoria di Mercedes, circa cinque anni fa, pensavamo che oggi saremmo stati più avanti nell’adozione di veicoli a batteria. Ma più o meno tutti ci credevano: tutte le case, tutti gli esperti, tutti gli osservatori, tutti i giornalisti, tutti i politici. Presentando il piano, dato che nessuno ha la sfera di cristallo, avevamo detto che entro la fine del decennio avremmo avuto una gamma completamente elettrificata. Aggiungendo però: dove le condizioni di mercato lo consentiranno. Ed è per questo che non stiamo facendo un’inversione di marcia”. E poi: “Ma è assolutamente vero dire che io personalmente pensavo, e noi come azienda pensavamo, che il mercato delle elettriche sarebbe stato più avanti in questo momento. Per varie ragioni, invece, la transizione sta richiedendo più tempo. E quindi penso sia naturale in questo contesto assicurarsi di soddisfare tutti i segmenti di mercato. Agire altrimenti non avrebbe senso dal punto di vista economico”. Infine sui dazi alla Cina: “Una parte significativa dell’economia europea si basa sul libero accesso ad altri mercati. Se hai questo come fattore fondamentale del tuo successo economico, non credo che essere l’iniziatore del protezionismo sia la strategia giusta. È importante però senza dubbio avere un campo di gioco equo, alla pari. Ma costruire barriere non è la soluzione. Quindi, dobbiamo avere una discussione buona e costruttiva con i nostri partner commerciali e in questo caso con la Cina. Perché in caso di escalation, tutti perdono. Bisogna puntare a una soluzione negoziata equa. Questo è ciò che spero accada. E credo sia possibile”.