“Dobbiamo pensare a un’Aci che oltre a federazione sportiva si configuri come un ente sussidiario allo Stato in grado di offrire servizi a tutti i cittadini, non soltanto agli automobilisti. Ci chiamiamo Automobile Club perché la nostra storia è legata all’universo dell’auto, ma dobbiamo adottare l’ottica di altri grandi automobil club nel mondo, cioè diventare dei ‘mobility club’. Ci dobbiamo rivolgere a tutti i cittadini che cercano risposta a una domanda di mobilità integrata tra rete ferroviaria, auto, micro mobilità fino ad arrivare ai pedoni. Il tutto nel modo più facile, veloce ed ecosostenibile”. Così Geronimo La Russa, neo presidente di Aci. Intervistato da Il Corriere della Sera spiega come verrà raggiunto questo obiettivo: “In buona parte è declinato nel mio programma elettorale che ha ottenuto il 78% delle preferenze e si intitola ‘Innovazione nella tradizione’. L’Aci ha una storia gloriosa, ma deve guardare al futuro e innovare i servizi che lo Stato ci delega, come il Pubblico registro automobilistico. Un altro compito sarà utilizzare e rielaborare al meglio i dati sulla mobilità in modo da fornire più informazioni e assistenza. Aggiungo che sulla mobilità integrata mi piacerebbe introdurre una tessera con i nostri servizi e quelli, ad esempio, di Ferrovie”. Poi La Russa commenta il fatto di essere figlio di: “Sono abituato a questo tipo di argomento, ma l’informativa posso darla subito io: il mio curriculum è pubblico e ne sono orgoglioso. In particolare, sono negli organi di Aci Milano dal 2010 e ho fatto tutta la gavetta. Prima vicepresidente e poi nel 2018 sono stato eletto presidente, succedendo a Ivan Capelli, ex pilota della Ferrari. Quando sono diventato presidente il partito di mio padre, Fratelli d’Italia, era al 3-4% e Milano era governata dal centrosinistra, tra l’altro il sindaco Giuseppe Sala mi ha, in virtù delle mie competenze, indicato come consigliere della nuova linea metro M4”.