Stefan Pan, delegato di Confindustria per l’Europa, ha parlato degli obiettivi di transizione ambientale e digitale con Il Sole 24 ore, dicendo che “se si vogliono raggiungere, le imprese devono essere messe in condizione di farlo. Lo studio di Confindustria sul Fit for 55, che abbiamo appena presentato, evidenzia che occorrono circa 1.100 miliardi di investimenti al 2030. Le risorse pubbliche sono minimali e questo significa che è quasi tutto sulle spalle dei privati”. Pan ha poi spiegato: “Ecco perché occorre un’azione adeguata, che non crei asimmetrie, ragionando su tutti gli aspetti legati alla doppia transizione. A partire dalla sfera regolatoria, su cui occorre certezza. Non si possono cambiare le regole in corsa: penso per esempio alla normativa sul packaging, dove ora si è scelto il riuso al posto del riciclo. Una scelta che spiazza intere filiere che avevano investito nel riciclo, consentendo all’Italia di raggiungere gli obiettivi UE al 2030 con ben nove anni di anticipo. Senza contare il mancato rispetto del principio di neutralità tecnologica”. Pan allarga il campo del suo ragionamento. “Considerazioni analoghe valgono per il superamento del motore endotermico: si è scelto l’elettrico, quando possono esserci altre soluzioni. Ora il dibattito si è riaperto, su spinta soprattutto dell’Italia. Come Confindustria stiamo lavorando con le istituzioni Ue, contribuendo al dibattito con analisi e contributi concreti che spesso vengono recepiti, come ad esempio è avvenuto con la proposta di riforma del mercato elettrico”.