“Negli ultimi mesi del 2024, a seguito dell’esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il rischio di un generale inasprimento delle politiche protezionistiche si è acuito. È aumentata l’incertezza sulle politiche commerciali che, sulla base del trade policy uncertainty index, ha raggiunto livelli superiori ai picchi osservati nella fase più acuta della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina nel biennio 2018-19”. E’ quanto si legge nel primo Bollettino economico della Banca d’Italia del 2025.
“Il nostro paese è significativamente esposto alle ripercussioni di incrementi dei dazi da parte degli Stati Uniti, che rappresentano la seconda destinazione, dopo la Germania, delle vendite estere di beni dell’Italia. L’incidenza del mercato di sbocco statunitense è pressoché raddoppiata dall’inizio dello scorso decennio, collocandosi all’11 per cento del totale delle esportazioni nel 2023 (63 miliardi di euro); a tale aumento avrebbero contribuito il deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, la robusta espansione della domanda americana e la ricerca da parte delle imprese italiane di mercati alternativi a quelli europei”, segnala Bankitalia.
“Gli Stati Uniti sono invece solo il settimo paese per provenienza delle importazioni di beni (4 per cento del totale, per un valore di 20 miliardi di euro). L’Italia riporta pertanto un cospicuo surplus negli scambi di beni con gli Stati Uniti (2 per cento del Pil), al terzo posto tra gli avanzi bilaterali delle economie dell’area dell’euro nei confronti di questo paese”.
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