Bce, +100 euro prezzo carbonio in Ue porta a calo dell’1,4% del Pil

“Un aumento di 100 euro per tonnellata del prezzo del carbonio nell’UE riduce l’impronta di carbonio, ma abbassa il Pil a causa dell’aumento dei costi energetici e della rilocalizzazione delle emissioni di carbonio”. E’ quanto emerge da un working paper pubblicato nel blog della Bce dal titolo ‘Prezzo del carbonio, adeguamento delle frontiere e investimenti nelle energie rinnovabili: un approccio di rete’.

“Lo scopo di questo esercizio è analizzare le conseguenze economiche e ambientali dell’estensione delle iniziative di carbon pricing nell’Ue sotto diversi schemi alternativi di meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM). Introduciamo un prezzo incrementale del carbonio di 100 euro per tonnellata in tutti i paesi dell’Ue. Consideriamo inoltre l’effetto di un meccanismo di adeguamento delle frontiere nell’Ue, introdotto come una sovrattassa equivalente sulle importazioni dell’Ue in base al loro contenuto di carbonio”, si legge nella ricerca.

Nel dettaglio “l’aumento dei prezzi del carbonio porta a un aumento dei prezzi degli input inquinanti e, di conseguenza, ai costi di produzione dei produttori europei. Ciò si riflette inizialmente in un aumento dell’inflazione affrontata dalle famiglie, che riduce il loro consumo e determina una diminuzione del Pil. Questo ha un effetto immediato sulle performance economiche sia in termini di prezzi di consumo più elevati per i consumatori locali che della perdita di competitività dei produttori europei”, sottolinea l’analisi. “Nel complesso, dato l’aumento dei prezzi del carbonio, il Pil reale nell’Ue sarebbe inferiore dell’1,4% e l’inflazione superiore dello 0,7%”.



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