Bce, Bini Smaghi: Aumento coerente contro rischio essere di nuovo in ritardo

“Credo che le attese su quando ci saranno i primi tagli siano troppo ottimiste in questo senso. Non penso verranno toccati prima della prossima estate”. Così Lorenzo Bini Smaghi, presidente di SocGen ed ex membro del board della Bce, in una intervista a La Stampa. “I tassi di interesse a lungo termine scenderanno – spiega – e quindi non ci saranno impatti rilevanti sul debito italiano”. Il rialzo per Bini Smaghi era “in effetti prevedibile, vista la lentezza con la quale l’inflazione sta scendendo nell’area dell’euro, soprattutto al netto dei prezzi dell’energia e alimentari. È coerente con quanto Lagarde aveva indicato nelle ultime settimane”. Poi aggiunge sul futuro che potrebbe essere l’ultimo rialzo: “Il mercato ha dato questa interpretazione. Ma l’esperienza di questi ultimi due anni è stata caratterizzata da una sottostima dell’inflazione, anche se in un contesto di elevata incertezza. Le banche centrali non possono permettersi di continuare ad errare nella stessa direzione. Sarebbe troppo compromettente per la loro credibilità. Questo ultimo aumento va interpretato come un’assicurazione contro il rischio di essere di nuovo in ritardo”. Dice ancora Bini Smaghi: “Il rischio principale è di sottostimare la difficoltà di ridurre l’inflazione dal livello attuale, intorno al 5%, fino al 2%. Gli effetti ritardati degli aumenti dei tassi d’interesse messi in atto negli ultimi mesi stanno cominciando a farsi sentire sull’economia, ma i rischi che l’inflazione smetta di scendere o addirittura dia nuovi segni di vita non devono essere ignorati. Al livello attuale dei tassi, la Bce può guardare ai prossimi mesi con maggior fiducia sul calo dell’inflazione”.