“Non si sta capendo bene che cosa stia per accadere all’industria italiana ed europea in genere, come conseguenza dell’elezione di Trump e della crisi dell’automotive, senza contare l’altro rischio all’orizzonte: quello di rimanere schiacciati nella guerra commerciale tra Cina e Usa. E in questo contesto la Francia e la Germania sono debolissime, quindi tocca all’Italia — dove il governo, nel bene e nel male, resta in piedi — presentarsi in Europa con una proposta di un gigantesco piano industriale”. Così, intervistato dal Corriere della Sera, Carlo Calenda, leader di Azione. “Se non lo facciamo – spiega – il prossimo anno saremo in recessione profonda con un aumento vertiginoso della disoccupazione in alcuni settori. Perciò basta discutere di olio di ricino e caviale”.
Calenda invita, quindi, la segretaria del Pd, Elly Schlein e la premier, Giorgia Meloni a “collaborare” per “normalizzare” i rapporti tra maggioranza e opposizione. “In questo modo – dice – il nostro Paese potrebbe contribuire all’unica soluzione possibile, quella di presentare una sorta di Pnrr tutto dedicato allo sviluppo industriale e tecnologico”. Un piano, prosegue Calenda sul Corriere, “di sussidi per la riduzione dei costi dell’energia, di sostegno agli investimenti facile e automatico, come quello di Industria 4.0 e di sostegni anche alla ricerca e all’innovazione. In aggiunta bisognerebbe scorporare le spese per la difesa dai calcoli del patto di stabilità. C’è oggettivamente un ruolo per l’Italia in questo quadro ed è un ruolo che vede coincidere gli interessi del governo e dell’opposizione”.