“Il governo ha capito di aver sbagliato accusandoci di speculazione per i rincari”. Così Bruno Bearzi, presidente del sindacato dei benzinai Figisc Anisa Confcommercio. Che in una intervista a la Stampa aggiunge: «Per salvare la faccia ha fatto due cose inutili, e forse illegali: ci ha imposto di esporre i prezzi medi nazionali dei carburanti, e questa può essere una violazione delle norme antitrust italiane e europee, perché spinge a uniformare i prezzi, e poi ci ha obbligato alla comunicazione quotidiana, anziché settimanale, degli aggiornamenti di prezzo, moltiplicando così il rischio di sanzioni da 1032 euro e di sospensione delle licenze in caso di reiterazione”. Per Bearzi la soluzione è chiara. “Tagliare le accise, e farlo in maniera permanente, sarebbe un’ottima cosa. E per recuperare risorse il governo dovrebbe impegnarsi contro l’evasione fiscale nella distribuzione dei carburanti: secondo la testimonianza del pm Sandro Raimondi alla commissione Attività produttive della Camera, il 30% dell’erogato è in nero, e questo corrisponde a un mancato introito per le casse dello Stato di 12 o 13 miliardi all’anno. La stessa somma che serve a finanziare il taglio delle accise”.